La Comunarda
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La storia cantata: La comune di Parigi
(18 Marzo 1871)
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Furia barricadera degli amori
Il tempo en rouge et noir confonde voci
e l'alba con la sera en bandolieres
I canti comunardi
scavano miniere erigono palazzi
sui boulevard della collina
E coi ragazzi in cima ad alzare
un drappo nero
sul passato espirato con Lecomte
Si fermino all'ora gli orologi
oggi inizia un tempo nuovo in questa festa
e viva ciò che resta!
Abracadabrantesque, scrive il poeta
sul selciato in fiamme di Parigi
in questa evidente primavera!
Baciami Juliette se si fa sera
resta Menilmontant resiste ai tuoni
e ai lampi dei cannoni
E le baionette come un muro su a Montmartre
Juliette cantami ancora
il canto comunard
Il tuo nome è segnato a dito sul vetro
forse è questo dio, e al mio soffio si schiude
è un volto che ride, o un rigo di luce
io rido al tuo riso che mi dice sì.
Lo spettro si aggira per le piazze
all'hotel de ville in fiamme
appare agli orologi a saint Lazare
La ghigliottina brucia
sotto gli occhi di Voltaire
mentre canta Louise Michel
mai più carne all'uomo e schiavi ai re.
Juliette tu sei la rosa come il pane
libertà di maggio
antica sposa floreale allez Juliette
versami da bere Côtes-du-Rhône di botte scura
perché su queste mura
si vive o si muore ma senza più paura
Il tuo nome è segnato a dito sul vetro
forse è questo dio, e al mio soffio si schiude
è un volto che ride, o un rigo di luce
io rido al tuo riso che mi dice sì.
Ton nom est signé du doigt sur la vitre
je vois ça c'est dieu, il s'éclot à mon souffle
un visage qui rit, une lumière qui s'ouvre
moi je ris à ton rire qui me dit oui.
E tra i tamburi il soffio di mille respiri
canti liberi e stendardi come un cielo
suono dei liberi e rumore di corpi vivi
tra i tamburi il soffio di mille respiri
Informazioni
La comunarda è un canto che celebra la comunità eretica e ribelle della Comune di Parigi, un canto di rivolta e di amore, dove le due cose tendono a essere la stessa. E', ancora e sempre, un fatto di visioni. E dunque il poeta sta sulle barricate, anche lui, Arthur Rimbaud, e scrive, scrive parole magiche che facciano accadere e dischiudano mondi (Marco Rovelli)
Fonte
Rovelli Marco, cd LibertAria, 2009
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