Frizullo

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(per Alfredo Simone) La notte color del vino vomitò ancora una nave carica di kurdi, una nave carretta - come si dice - dal mare una nave disperata, della solita disperazione salpata dalla Turchia rotta contro l’illusione. Sulla fiancata graffiata, scavata una scritta misteriosa: «Frizullo» diceva: un nome, un monito, qualcosa… Cosa vorrà mai dire? un Dio, un tribuno, un’accusa? Sul fianco di quella nave una ragione, una scusa? Che cosa ancora brilla dal fondo senza ritorno? Che cosa ci tiene in piedi, che cosa ci tiene a giro? Increspato di schiuma c’è chi tenta un respiro sentinella nella sentina da che parte viene giorno? «Frizullo» non è una parola di una lingua proibita non è un codice sacro, né una sfida agguerrita «Frizullo» è un nome storpiato, precisamente un cognome sta per «Dino Frisullo», come dire, attenzione! Noi siamo i suoi amici, i parenti, i suoi protetti, i suoi figli siamo quelli di Frisullo, dischiudete gli artigli e lasciateci passare, alla faccia dell’assassino è una lotta per la vita, ci dà una mano Dino… Sentinella pallida e assorta nel mezzo del fumo grigio c’è qualcosa che schiude i denti, che telefona e sfida però se tendi l’orecchio qui tutto quanto grida e ride mentre tu dormi la morte del pomeriggio. Dino Frisullo fu un militante di Avanguardia Operaia poi finì il sessantotto e si archiviò la battaglia: «Contrordine compagni, non si cambia più il mondo anzi, cambiatevi d’abito e restate sul fondo» Ma Dino Frisullo sul fondo inciampò nella coscienza come una bomba innescata, un futuro di resistenza e fondò e fuse e diffuse più d’una associazione lo scopo? Salvare il mondo, pensa che ostinazione! Capitano, la mia casa fa acqua, s’è diroccata i tappeti marciscono e tutto mi sembra idiota c’è musica in ogni bar, ma non si muove una nota l’annunciatrice annuncia il programma della serata. Dino Frisullo era dietro tutti i migranti, sempre presente fu arrestato in Turchia e condannato, innocente ma di quell’innocenza aggressiva, che non è una consolazione e quando fu liberato tornò in trincea con quel nome… Che perciò i kurdi se lo scrivevano sul fianco d’ogni barcone «Frizullo», «Firosillo», insomma: grande protezione e mentre un tumore se lo portava in un lampo aveva l’aria scocciata come per un contrattempo. C’è ancora una nave a Brindisi che il nero non inghiotte che il buio non s’è mangiata col suo passo sicuro da lì qualcosa ancora sta fissando lo scuro sentinella, sentinella a che punto resta la notte? Sentinella tu dimmi a che punto è la notte.
Informazioni

Dino Frisullo era un bravo giornalista che aveva messo al servizio degli ultimi, dei migranti, dei Kurdi tutta la sua vita: un’anima bella, cioè un rompicoglioni. (Alessio Lega)

La voce di Wikipedia dedicata a Dino Frisullo http://it.wikipedia.org/wiki/Dino_Frisullo

Fonte

Alessio Lega, CD, Mala Testa, 2013

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