Er bove Rosello
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Tengo ‘no bove se chiamma Rosello
se l’è ‘mbarata l’ora di staccare
e quando il sole è giunto ar Monticello
caro Rosello nun vò più arare.
Ara Rosello mio, ara Rosello
‘n’ata votata¹ la vogliamo dare
ca il nostro padrone è poverello
poi ci darà da bere e da mangiare
Caro padrone co’ ‘sta camicia bianga
ca Ddio te pozza dà la vita longa
che a magnà e bbeve c’hai la faccia franga²
ma a lavorà ce l’hai la vita cionga³
E lo padrone mio è ‘nu lione
che de fatica nun se sazzia mmai
tiè sembre quella stessa openione
de fa’ cento vutate a la jurnata
E la matina e sera co’ le stelle
questo padrone ci leva la pelle
questo padrone ci leva la pelle
la stende pe’ le fratte4 e poi la vende.
¹ voltata: giro d’aratro
² sfrontata
³ sciancata
4 cespugli
Informazioni
Questo è un bellissimo esempio di canto contadino che accompagna l’aratura, caratterizzato da un contenuto di protesta sociale dal forte impatto. Raccolto da Graziella Di Prospero a Sezze, informatore Ignazio Ceccano, e a Norma, informatore Ettore Riva.
Fonte
di Prospero G. LP "Tengo 'no beve che si chiama Rosello", Cetra LP 273
Scheda del canto
Lingua
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