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questa chitarra e che canto di cuore
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già mille volte ho cambiato di tono
dal do maggiore al do diesis minore
dal valzer allo stornello;
colla ciaccona colla marcia turca
col madrigale la giga il flamenco
la ciarda la controdanza
col tango col samba e con la mazurka
dei vari ritmi ho esaurito l'elenco
ma ho mai cambiato sostanza.
Ho cantato sempre
in base ad una convinzione
che la cosa più importante
è battere il padrone;
ogni canto l'ho composto
perché ci aiutasse
a portare fino in fondo
la lotta di classe;
ho sperato che ogni strofa
quando l'ho cantata
ci aiutasse a battere
la proprietà privata.
Sono dieci anni che canto le lotte
e i mille scioperi e la strategia
per far la rivoluzione;
ma son dieci anni che canto le botte
e i caroselli della polizia
e le condanne in prigione;
c'è il canto triste se siamo battuti
c'è il canto allegro se mille operai
scendono in piazza a lottare;
ma dopo tanti gorgheggi ed acuti
mi sono accorto che forse oramai
non c'è più gusto a cantare.
Il padrone ci ha
uno stomaco da mille lire
e per quanta merda mangi
la sa digerire;
lui aumenta i prezzi
segli strappi più salari
poi ti taglia i tempi
e ti fa far più straordinari ;
figurarsi se i miei canti,
lui che ingoia tutto,
non ci riesce a digerirli
e a farci sopra un rutto.
Per quanti acuti abbia emesso di testa
nessun padrone ha perduto un quattrino
di rendita o di profitto;
non basta un canto sia pur di protesta
perché succeda che qualche inquilino
abbia ridotto l'affitto;
un ritornello non serve per niente
non c'è ballata che serva a qualcosa
né un ritmo di monferrina
per render soffice uno sfollagente
per affrettare la morte gloriosa
di un yankee nell'Indocina.
Forse occorre che
questa chitarra a ciondoloni
si trasformi in mitra
e possa emettere altri suoni;
e che le sei corde
per produrre altri rumori
si trasformino di colpo
in sei caricatori;
e che queste dita
per produrre qualche effetto
anziché grattare arpeggi
premano un grilletto;
forse può servire solo
più la passacaglia
che con la sua voce
sa intonare la mitraglia.
Dom Fa
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figurarsi se i miei canti,
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e che queste dita per
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Il padrone ci ha
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Per quanti acuti abbia emesso di testa
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Fa Mi
canti di vario modello;
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già mille volte ho cambiato di tono
Lam Re
dal do maggiore al do diesis minore
Do Si7
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Mim Re7
colla ciaccona colla marcia turca
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perché ci aiuta - sse
Mi La Si
a portare fino in fondo
Mi La Si Do
la lotta di classe;
Fa Si Do
ho sperato che ogni strofa
Fa Sib Sol Do
quando l'ho canta - ta
Fa Sib Do
ci aiutasse a battere
Fa Sib Do Fa
la proprietà privata.
Sono dieci anni che canto le lotte
e i mille scioperi e la strategia
per far la rivoluzione;
ma son dieci anni che canto le botte
e i caroselli della polizia
e le condanne in prigione;
c'è il canto triste se siamo battuti
c'è il canto allegro se mille operai
scendono in piazza a lottare;
ma dopo tanti gorgheggi ed acuti
mi sono accorto che forse oramai
non c'è più gusto a cantare.
Il padrone ci ha
uno stomaco da mille lire
e per quanta merda mangi
la sa digerire;
lui aumenta i prezzi
segli strappi più salari
poi ti taglia i tempi
e ti fa far più straordinari ;
figurarsi se i miei canti,
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non ci riesce a digerirli
e a farci sopra un rutto.
Per quanti acuti abbia emesso di testa
nessun padrone ha perduto un quattrino
di rendita o di profitto;
non basta un canto sia pur di protesta
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abbia ridotto l'affitto;
un ritornello non serve per niente
non c'è ballata che serva a qualcosa
né un ritmo di monferrina
per render soffice uno sfollagente
per affrettare la morte gloriosa
di un yankee nell'Indocina.
Forse occorre che
questa chitarra a ciondoloni
si trasformi in mitra
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e che le sei corde
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Fa Sib Do
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Do Si,
dei vari ritmi ho esaurito l'elenco
La, Fa# Si7
ma ho mai cambiato sostanza.
Fa Sib Do
Ho cantato sempre in base
Fa Sib Sol Do7
ad una convinzio - ne
Fa Sib Do
che la cosa più importante
Fa Sib Do Sib
è battere il padrone;
Fa Sib Do
ogni canto l'ho composto
Fa Sib Sol Do7
perché ci aiuta - sse
Fa Sib Do
a portare fino in fondo
Fa Sib Do Do#
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Fa# Do Do#
ho sperato che ogni strofa
Fa# Si Sol# Do#
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ma son dieci anni che canto le botte
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c'è il canto allegro se mille operai
scendono in piazza a lottare;
ma dopo tanti gorgheggi ed acuti
mi sono accorto che forse oramai
non c'è più gusto a cantare.
Il padrone ci ha
uno stomaco da mille lire
e per quanta merda mangi
la sa digerire;
lui aumenta i prezzi
segli strappi più salari
poi ti taglia i tempi
e ti fa far più straordinari ;
figurarsi se i miei canti,
lui che ingoia tutto,
non ci riesce a digerirli
e a farci sopra un rutto.
Per quanti acuti abbia emesso di testa
nessun padrone ha perduto un quattrino
di rendita o di profitto;
non basta un canto sia pur di protesta
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abbia ridotto l'affitto;
un ritornello non serve per niente
non c'è ballata che serva a qualcosa
né un ritmo di monferrina
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per affrettare la morte gloriosa
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Forse occorre che
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Re Do#m
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ma ho mai cambiato sostanza.
Fa# Si Do#
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Fa# Si Sol# Do#7
ad una convinzio - ne
Fa# Si Do#
che la cosa più importante
Fa# Si Do#Si
è battere il padrone;
Fa# Si Do#
ogni canto l'ho composto
Fa# Si Sol# Do#7
perché ci aiuta - sse
Fa# Si Do#
a portare fino in fondo
Fa# Si Do#Re
la lotta di classe;
Sol Do# Re
ho sperato che ogni strofa
Sol Do La Re
quando l'ho canta - ta
Sol Do Re
ci aiutasse a battere
Sol Do Re Sol
la proprietà privata.
Sono dieci anni che canto le lotte
e i mille scioperi e la strategia
per far la rivoluzione;
ma son dieci anni che canto le botte
e i caroselli della polizia
e le condanne in prigione;
c'è il canto triste se siamo battuti
c'è il canto allegro se mille operai
scendono in piazza a lottare;
ma dopo tanti gorgheggi ed acuti
mi sono accorto che forse oramai
non c'è più gusto a cantare.
Il padrone ci ha
uno stomaco da mille lire
e per quanta merda mangi
la sa digerire;
lui aumenta i prezzi
segli strappi più salari
poi ti taglia i tempi
e ti fa far più straordinari ;
figurarsi se i miei canti,
lui che ingoia tutto,
non ci riesce a digerirli
e a farci sopra un rutto.
Per quanti acuti abbia emesso di testa
nessun padrone ha perduto un quattrino
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non basta un canto sia pur di protesta
perché succeda che qualche inquilino
abbia ridotto l'affitto;
un ritornello non serve per niente
non c'è ballata che serva a qualcosa
né un ritmo di monferrina
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Forse occorre che
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Sol Do Re
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premano un grilletto;
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Lab Sol
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e i caroselli della polizia
e le condanne in prigione;
c'è il canto triste se siamo battuti
c'è il canto allegro se mille operai
scendono in piazza a lottare;
ma dopo tanti gorgheggi ed acuti
mi sono accorto che forse oramai
non c'è più gusto a cantare.
Il padrone ci ha
uno stomaco da mille lire
e per quanta merda mangi
la sa digerire;
lui aumenta i prezzi
segli strappi più salari
poi ti taglia i tempi
e ti fa far più straordinari ;
figurarsi se i miei canti,
lui che ingoia tutto,
non ci riesce a digerirli
e a farci sopra un rutto.
Per quanti acuti abbia emesso di testa
nessun padrone ha perduto un quattrino
di rendita o di profitto;
non basta un canto sia pur di protesta
perché succeda che qualche inquilino
abbia ridotto l'affitto;
un ritornello non serve per niente
non c'è ballata che serva a qualcosa
né un ritmo di monferrina
per render soffice uno sfollagente
per affrettare la morte gloriosa
di un yankee nell'Indocina.
Forse occorre che
questa chitarra a ciondoloni
si trasformi in mitra
e possa emettere altri suoni;
e che le sei corde
per produrre altri rumori
si trasformino di colpo
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Lab Reb Mib
e che queste dita per
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Sono dieci anni suonati che suono
Fa#m Si
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canti di vario modello;
Do#m Fa#
già mille volte ho cambiato di tono
Do#m Fa#
dal do maggiore al do diesis minore
Mi Re#7
dal valzer allo stornello;
Sol#m Fa#7
colla ciaccona colla marcia turca
Mi Re#m
col madrigale la giga il flamenco
Mi Re#7
la ciarda la controdanza
Mi, Re
col tango col samba e con la mazurka
Do Si,
dei vari ritmi ho esaurito l'elenco
La, Fa# Si7
ma ho mai cambiato sostanza.
Sol# Do# Re#
Ho cantato sempre in base
Sol# Do# Sib Re#7
ad una convinzio - ne
Sol# Do# Re#
che la cosa più importante
Sol# Do# Re#Do#
è battere il padrone;
Sol# Do# Re#
ogni canto l'ho composto
Sol# Do# Sib Re#7
perché ci aiuta - sse
Sol# Do# Re#
a portare fino in fondo
Sol# Do# Re#Mi
la lotta di classe;
La Re# Mi
ho sperato che ogni strofa
La Re Si Mi
quando l'ho canta - ta
La Re Mi
ci aiutasse a battere
La Re Mi La
la proprietà privata.
Sono dieci anni che canto le lotte
e i mille scioperi e la strategia
per far la rivoluzione;
ma son dieci anni che canto le botte
e i caroselli della polizia
e le condanne in prigione;
c'è il canto triste se siamo battuti
c'è il canto allegro se mille operai
scendono in piazza a lottare;
ma dopo tanti gorgheggi ed acuti
mi sono accorto che forse oramai
non c'è più gusto a cantare.
Il padrone ci ha
uno stomaco da mille lire
e per quanta merda mangi
la sa digerire;
lui aumenta i prezzi
segli strappi più salari
poi ti taglia i tempi
e ti fa far più straordinari ;
figurarsi se i miei canti,
lui che ingoia tutto,
non ci riesce a digerirli
e a farci sopra un rutto.
Per quanti acuti abbia emesso di testa
nessun padrone ha perduto un quattrino
di rendita o di profitto;
non basta un canto sia pur di protesta
perché succeda che qualche inquilino
abbia ridotto l'affitto;
un ritornello non serve per niente
non c'è ballata che serva a qualcosa
né un ritmo di monferrina
per render soffice uno sfollagente
per affrettare la morte gloriosa
di un yankee nell'Indocina.
Forse occorre che
questa chitarra a ciondoloni
si trasformi in mitra
e possa emettere altri suoni;
e che le sei corde
per produrre altri rumori
si trasformino di colpo
in sei caricatori;
La Re Mi
e che queste dita per
La Mi Si Mi
produrre qualche effetto
La Re Do#
anziché grattare arpeggi
Fa#m Fa#7 Si Mi
premano un grilletto;
La Re Mi
forse può servire solo
La Re Sib Re#7
più la passaca - glia
La Re Mi
che con la sua voce sa
La Re Mi La
intonare la mitraglia.
Solm Do
Sono dieci anni suonati che suono
Solm Do
questa chitarra e che canto di cuore
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canti di vario modello;
Rem Sol
già mille volte ho cambiato di tono
Rem Sol
dal do maggiore al do diesis minore
Fa Mi7
dal valzer allo stornello;
Lam Sol7
colla ciaccona colla marcia turca
Fa Mim
col madrigale la giga il flamenco
Fa Mi7
la ciarda la controdanza
Mi, Re
col tango col samba e con la mazurka
Do Si,
dei vari ritmi ho esaurito l'elenco
La, Fa# Si7
ma ho mai cambiato sostanza.
La Re Mi
Ho cantato sempre in base
La Re Si Mi7
ad una convinzio - ne
La Re Mi
che la cosa più importante
La Re Mi Re
è battere il padrone;
La Re Mi
ogni canto l'ho composto
La Re Si Mi7
perché ci aiuta - sse
La Re Mi
a portare fino in fondo
La Re Mi Fa
la lotta di classe;
Sib Mi Fa
ho sperato che ogni strofa
Sib Re# Do Fa
quando l'ho canta - ta
Sib Re# Fa
ci aiutasse a battere
Sib Re# Fa Sib
la proprietà privata.
Sono dieci anni che canto le lotte
e i mille scioperi e la strategia
per far la rivoluzione;
ma son dieci anni che canto le botte
e i caroselli della polizia
e le condanne in prigione;
c'è il canto triste se siamo battuti
c'è il canto allegro se mille operai
scendono in piazza a lottare;
ma dopo tanti gorgheggi ed acuti
mi sono accorto che forse oramai
non c'è più gusto a cantare.
Il padrone ci ha
uno stomaco da mille lire
e per quanta merda mangi
la sa digerire;
lui aumenta i prezzi
segli strappi più salari
poi ti taglia i tempi
e ti fa far più straordinari ;
figurarsi se i miei canti,
lui che ingoia tutto,
non ci riesce a digerirli
e a farci sopra un rutto.
Per quanti acuti abbia emesso di testa
nessun padrone ha perduto un quattrino
di rendita o di profitto;
non basta un canto sia pur di protesta
perché succeda che qualche inquilino
abbia ridotto l'affitto;
un ritornello non serve per niente
non c'è ballata che serva a qualcosa
né un ritmo di monferrina
per render soffice uno sfollagente
per affrettare la morte gloriosa
di un yankee nell'Indocina.
Forse occorre che
questa chitarra a ciondoloni
si trasformi in mitra
e possa emettere altri suoni;
e che le sei corde
per produrre altri rumori
si trasformino di colpo
in sei caricatori;
Sib Re# Fa
e che queste dita per
Sib Fa Do Fa
produrre qualche effetto
Sib Re# Re
anziché grattare arpeggi
Solm Sol7 Do Fa
premano un grilletto;
Sib Re# Fa
forse può servire solo
Sib Re# Si Mi7
più la passaca - glia
Sib Re# Fa
che con la sua voce sa
Sib Re# Fa Sib
intonare la mitraglia.
Sol#m Do#
Sono dieci anni suonati che suono
Sol#m Do#
questa chitarra e che canto di cuore
Si Sib
canti di vario modello;
Re#m Sol#
già mille volte ho cambiato di tono
Re#m Sol#
dal do maggiore al do diesis minore
Fa# Fa7
dal valzer allo stornello;
Sibm Sol#7
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Fa# Fam
col madrigale la giga il flamenco
Fa# Fa7
la ciarda la controdanza
Mi, Re
col tango col samba e con la mazurka
Do Si,
dei vari ritmi ho esaurito l'elenco
La, Fa# Si7
ma ho mai cambiato sostanza.
Sib Re# Fa
Ho cantato sempre in base
Sib Re# Do Fa7
ad una convinzio - ne
Sib Re# Fa
che la cosa più importante
Sib Re# Fa Re#
è battere il padrone;
Sib Re# Fa
ogni canto l'ho composto
Sib Re# Do Fa7
perché ci aiuta - sse
Sib Re# Fa
a portare fino in fondo
Sib Re# Fa Fa#
la lotta di classe;
Si Fa Fa#
ho sperato che ogni strofa
Si Mi Do# Fa#
quando l'ho canta - ta
Si Mi Fa#
ci aiutasse a battere
Si Mi Fa#Si
la proprietà privata.
Sono dieci anni che canto le lotte
e i mille scioperi e la strategia
per far la rivoluzione;
ma son dieci anni che canto le botte
e i caroselli della polizia
e le condanne in prigione;
c'è il canto triste se siamo battuti
c'è il canto allegro se mille operai
scendono in piazza a lottare;
ma dopo tanti gorgheggi ed acuti
mi sono accorto che forse oramai
non c'è più gusto a cantare.
Il padrone ci ha
uno stomaco da mille lire
e per quanta merda mangi
la sa digerire;
lui aumenta i prezzi
segli strappi più salari
poi ti taglia i tempi
e ti fa far più straordinari ;
figurarsi se i miei canti,
lui che ingoia tutto,
non ci riesce a digerirli
e a farci sopra un rutto.
Per quanti acuti abbia emesso di testa
nessun padrone ha perduto un quattrino
di rendita o di profitto;
non basta un canto sia pur di protesta
perché succeda che qualche inquilino
abbia ridotto l'affitto;
un ritornello non serve per niente
non c'è ballata che serva a qualcosa
né un ritmo di monferrina
per render soffice uno sfollagente
per affrettare la morte gloriosa
di un yankee nell'Indocina.
Forse occorre che
questa chitarra a ciondoloni
si trasformi in mitra
e possa emettere altri suoni;
e che le sei corde
per produrre altri rumori
si trasformino di colpo
in sei caricatori;
Si Mi Fa#
e che queste dita per
Si Fa# Do# Fa#
produrre qualche effetto
Si Mi Re#
anziché grattare arpeggi
Sol#m Sol#7 Do# Fa#
premano un grilletto;
Si Mi Fa#
forse può servire solo
Si Mi Do Fa7
più la passaca - glia
Si Mi Fa#
che con la sua voce sa
Si Mi Fa# Si
intonare la mitraglia.
Lam Re
Sono dieci anni suonati che suono
Lam Re
questa chitarra e che canto di cuore
Do Si
canti di vario modello;
Mim La
già mille volte ho cambiato di tono
Mim La
dal do maggiore al do diesis minore
Sol Fa#7
dal valzer allo stornello;
Sim La7
colla ciaccona colla marcia turca
Sol Fa#m
col madrigale la giga il flamenco
Sol Fa#7
la ciarda la controdanza
Mi, Re
col tango col samba e con la mazurka
Do Si,
dei vari ritmi ho esaurito l'elenco
La, Fa# Si7
ma ho mai cambiato sostanza.
Si Mi Fa#
Ho cantato sempre in base
Si Mi Do# Fa#7
ad una convinzio - ne
Si Mi Fa#
che la cosa più importante
Si Mi Fa#Mi
è battere il padrone;
Si Mi Fa#
ogni canto l'ho composto
Si Mi Do# Fa#7
perché ci aiuta - sse
Si Mi Fa#
a portare fino in fondo
Si Mi Fa#Sol
la lotta di classe;
Do Fa# Sol
ho sperato che ogni strofa
Do Fa Re Sol
quando l'ho canta - ta
Do Fa Sol
ci aiutasse a battere
Do Fa SolDo
la proprietà privata.
Sono dieci anni che canto le lotte
e i mille scioperi e la strategia
per far la rivoluzione;
ma son dieci anni che canto le botte
e i caroselli della polizia
e le condanne in prigione;
c'è il canto triste se siamo battuti
c'è il canto allegro se mille operai
scendono in piazza a lottare;
ma dopo tanti gorgheggi ed acuti
mi sono accorto che forse oramai
non c'è più gusto a cantare.
Il padrone ci ha
uno stomaco da mille lire
e per quanta merda mangi
la sa digerire;
lui aumenta i prezzi
segli strappi più salari
poi ti taglia i tempi
e ti fa far più straordinari ;
figurarsi se i miei canti,
lui che ingoia tutto,
non ci riesce a digerirli
e a farci sopra un rutto.
Per quanti acuti abbia emesso di testa
nessun padrone ha perduto un quattrino
di rendita o di profitto;
non basta un canto sia pur di protesta
perché succeda che qualche inquilino
abbia ridotto l'affitto;
un ritornello non serve per niente
non c'è ballata che serva a qualcosa
né un ritmo di monferrina
per render soffice uno sfollagente
per affrettare la morte gloriosa
di un yankee nell'Indocina.
Forse occorre che
questa chitarra a ciondoloni
si trasformi in mitra
e possa emettere altri suoni;
e che le sei corde
per produrre altri rumori
si trasformino di colpo
in sei caricatori;
Do Fa Sol
e che queste dita per
Do Sol Re Sol
produrre qualche effetto
Do Fa Mi
anziché grattare arpeggi
Lam La7 Re Sol
premano un grilletto;
Do Fa Sol
forse può servire solo
Do Fa Do# Fa#7
più la passaca - glia
Do Fa Sol
che con la sua voce sa
Do Fa Sol Do
intonare la mitraglia.
Sibm Mib
Sono dieci anni suonati che suono
Sibm Mib
questa chitarra e che canto di cuore
Reb Do
canti di vario modello;
Fam Sib
già mille volte ho cambiato di tono
Fam Sib
dal do maggiore al do diesis minore
Lab Sol7
dal valzer allo stornello;
Dom Sib7
colla ciaccona colla marcia turca
Lab Solm
col madrigale la giga il flamenco
Lab Sol7
la ciarda la controdanza
Mi, Re
col tango col samba e con la mazurka
Do Si,
dei vari ritmi ho esaurito l'elenco
La, Fa# Si7
ma ho mai cambiato sostanza.
Do Fa Sol
Ho cantato sempre in base
Do Fa Re Sol7
ad una convinzio - ne
Do Fa Sol
che la cosa più importante
Do Fa SolFa
è battere il padrone;
Do Fa Sol
ogni canto l'ho composto
Do Fa Re Sol7
perché ci aiuta - sse
Do Fa Sol
a portare fino in fondo
Do Fa SolLab
la lotta di classe;
Reb Sol Lab
ho sperato che ogni strofa
Reb Solb Mib Lab
quando l'ho canta - ta
Reb Solb Lab
ci aiutasse a battere
Reb Solb LabReb
la proprietà privata.
Sono dieci anni che canto le lotte
e i mille scioperi e la strategia
per far la rivoluzione;
ma son dieci anni che canto le botte
e i caroselli della polizia
e le condanne in prigione;
c'è il canto triste se siamo battuti
c'è il canto allegro se mille operai
scendono in piazza a lottare;
ma dopo tanti gorgheggi ed acuti
mi sono accorto che forse oramai
non c'è più gusto a cantare.
Il padrone ci ha
uno stomaco da mille lire
e per quanta merda mangi
la sa digerire;
lui aumenta i prezzi
segli strappi più salari
poi ti taglia i tempi
e ti fa far più straordinari ;
figurarsi se i miei canti,
lui che ingoia tutto,
non ci riesce a digerirli
e a farci sopra un rutto.
Per quanti acuti abbia emesso di testa
nessun padrone ha perduto un quattrino
di rendita o di profitto;
non basta un canto sia pur di protesta
perché succeda che qualche inquilino
abbia ridotto l'affitto;
un ritornello non serve per niente
non c'è ballata che serva a qualcosa
né un ritmo di monferrina
per render soffice uno sfollagente
per affrettare la morte gloriosa
di un yankee nell'Indocina.
Forse occorre che
questa chitarra a ciondoloni
si trasformi in mitra
e possa emettere altri suoni;
e che le sei corde
per produrre altri rumori
si trasformino di colpo
in sei caricatori;
Reb Solb Lab
e che queste dita per
Reb Lab Mib Lab
produrre qualche effetto
Reb Solb Fa
anziché grattare arpeggi
Sibm Sib7 Mib Lab
premano un grilletto;
Reb Solb Lab
forse può servire solo
Reb Solb Re Sol7
più la passaca - glia
Reb Solb Lab
che con la sua voce sa
Reb Solb Lab Reb
intonare la mitraglia.
Sim Mi
Sono dieci anni suonati che suono
Sim Mi
questa chitarra e che canto di cuore
Re Do#
canti di vario modello;
Fa#m Si
già mille volte ho cambiato di tono
Fa#m Si
dal do maggiore al do diesis minore
La Sol#7
dal valzer allo stornello;
Do#m Si7
colla ciaccona colla marcia turca
La Sol#m
col madrigale la giga il flamenco
La Sol#7
la ciarda la controdanza
Mi, Re
col tango col samba e con la mazurka
Do Si,
dei vari ritmi ho esaurito l'elenco
La, Fa# Si7
ma ho mai cambiato sostanza.
Do# Fa# Sol#
Ho cantato sempre in base
Do# Fa# Re# Sol#7
ad una convinzio - ne
Do# Fa# Sol#
che la cosa più importante
Do# Fa# Sol#Fa#
è battere il padrone;
Do# Fa# Sol#
ogni canto l'ho composto
Do# Fa# Re# Sol#7
perché ci aiuta - sse
Do# Fa# Sol#
a portare fino in fondo
Do# Fa# Sol#La
la lotta di classe;
Re Sol# La
ho sperato che ogni strofa
Re Sol Mi La
quando l'ho canta - ta
Re Sol La
ci aiutasse a battere
Re Sol La Re
la proprietà privata.
Sono dieci anni che canto le lotte
e i mille scioperi e la strategia
per far la rivoluzione;
ma son dieci anni che canto le botte
e i caroselli della polizia
e le condanne in prigione;
c'è il canto triste se siamo battuti
c'è il canto allegro se mille operai
scendono in piazza a lottare;
ma dopo tanti gorgheggi ed acuti
mi sono accorto che forse oramai
non c'è più gusto a cantare.
Il padrone ci ha
uno stomaco da mille lire
e per quanta merda mangi
la sa digerire;
lui aumenta i prezzi
segli strappi più salari
poi ti taglia i tempi
e ti fa far più straordinari ;
figurarsi se i miei canti,
lui che ingoia tutto,
non ci riesce a digerirli
e a farci sopra un rutto.
Per quanti acuti abbia emesso di testa
nessun padrone ha perduto un quattrino
di rendita o di profitto;
non basta un canto sia pur di protesta
perché succeda che qualche inquilino
abbia ridotto l'affitto;
un ritornello non serve per niente
non c'è ballata che serva a qualcosa
né un ritmo di monferrina
per render soffice uno sfollagente
per affrettare la morte gloriosa
di un yankee nell'Indocina.
Forse occorre che
questa chitarra a ciondoloni
si trasformi in mitra
e possa emettere altri suoni;
e che le sei corde
per produrre altri rumori
si trasformino di colpo
in sei caricatori;
Re Sol La
e che queste dita per
Re La Mi La
produrre qualche effetto
Re Sol Fa#
anziché grattare arpeggi
Sim Si7 Mi La
premano un grilletto;
Re Sol La
forse può servire solo
Re Sol Re# Sol#7
più la passaca - glia
Re Sol La
che con la sua voce sa
Re Sol La Re
intonare la mitraglia.
Fonte
Amodei Fausto, Se non li conoscete, Ala Bianca, 1996
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