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"Il pezzo che dà, forse, più brividi all’ascoltatore è Morts les enfants dove a uno straziante catalogo di bambini assassinati occultamente o all’aperto (dai bambini che succhiano lo straccio intriso di benzina per farsi passare la fame a Bogotá, alle vittime dell’industria di Bhopal o di Seveso, ecc..., ecc...) dal nostro sistema sociale, fa contrappunto un ballo in un qualche ministero del mondo in cui "imbecilli e militari/si spartiscono la terra", e nel momento in cui il cantante, della cui sensibilità nei confronti dell’infanzia abbiamo già parlato, arriverà a riconoscere assassinato anche il bambino che portava dentro il cuore, la canzone esplode in una minacciosa e liberatoria scena di un ballo sul ministero distrutto da un’attentato giustiziere; il ritmo di valzer campestre, in leggero crescendo, crea, man mano che la dolorosa evocazione del massacro planetario dei bambini si accumula, un effetto di straniamento che moltiplica il potenziale commovente ed eversivo del pezzo." (Alessio Lega, Rivista anarchica online, anno 35 n. 310 estate 2005)
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