La pianura dei sette fratelli

La pianura dei sette fratelli

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La storia cantata: La fucilazione dei fratelli Cervi (28 Dicembre 1943)

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E terra e acqua e vento non c'era tempo per la paura, nati sotto la stella quella più bella della pianura Avevano una falce e mani grandi da contadini e prima di dormire un "padre nostro" come da bambini. Sette figlioli sette di pane e miele a chi li dò. Sette come le note, una canzone gli canterò. E pioggia e neve e gelo e fola e fuoco insieme al vino e vanno via i pensieri insieme al fumo su per il camino. Avevano un granaio e il passo a tempo si chi sa ballare, di chi per la vita prende il suo amore e lo sa portare. Sette fratelli sette di pane e miele a chi li do'. Non li darò alla guerra, all'uomo nero non li darò. Nuvola, lampo e tuono non c'è perdono per quella notte che gli squadristi vennero e via li portarono coi calci e le botte. Avevano un saluto e degli abbracci quello più forte. Avevano lo sguardo quello di chi va incontro alla sorte Sette figlioli sette, sette fratelli, a chi li do? Ci disse la pianura: «Questi miei figli mai li scorderò.» Sette fratelli sette, sette ferite e sette solchi: ci disse la pianura i figli di Alcide non sono mai morti In quella pianura Da Valle Re ai Campi Rossi noi ci passammo un giorno e in mezzo alla nebbia ci scoprimmo commossi.
Do Sol E terra e acqua e vento Re Mim non c'era tempo per la paura, Do Sol nati sotto la stella Re Mim quella più bella della pianura Avevano una falce e mani grandi da contadini e prima di dormire un "padre nostro" come da bambini. Do Sol Sette figlioli sette Re Mim di pane e miele a chi li dò. Do Sol Sette come le note, Re Mim una canzone gli canterò. E pioggia e neve e gelo e fola e fuoco insieme al vino e vanno via i pensieri insieme al fumo su per il camino. Avevano un granaio e il passo a tempo si chi sa ballare, di chi per la vita prende il suo amore e lo sa portare. Sette fratelli sette di pane e miele a chi li do'. Non li darò alla guerra, all'uomo nero non li darò. Nuvola, lampo e tuono non c'è perdono per quella notte che gli squadristi vennero e via li portarono coi calci e le botte. Avevano un saluto e degli abbracci quello più forte. Avevano lo sguardo quello di chi va incontro alla sorte Sette fratelli sette, sette ferite e sette solchi: ci disse la pianura i figli di Alcide non sono mai morti In quella pianura Da Valle Re ai Campi Rossi noi ci passammo un giorno e in mezzo alla nebbia ci scoprimmo commossi.
Do# Sol# E terra e acqua e vento Re# Fam non c'era tempo per la paura, Do# Sol# nati sotto la stella Re# Fam quella più bella della pianura Avevano una falce e mani grandi da contadini e prima di dormire un "padre nostro" come da bambini. Do# Sol# Sette figlioli sette Re# Fam di pane e miele a chi li dò. Do# Sol# Sette come le note, Re# Fam una canzone gli canterò. E pioggia e neve e gelo e fola e fuoco insieme al vino e vanno via i pensieri insieme al fumo su per il camino. Avevano un granaio e il passo a tempo si chi sa ballare, di chi per la vita prende il suo amore e lo sa portare. Sette fratelli sette di pane e miele a chi li do'. Non li darò alla guerra, all'uomo nero non li darò. Nuvola, lampo e tuono non c'è perdono per quella notte che gli squadristi vennero e via li portarono coi calci e le botte. Avevano un saluto e degli abbracci quello più forte. Avevano lo sguardo quello di chi va incontro alla sorte Sette fratelli sette, sette ferite e sette solchi: ci disse la pianura i figli di Alcide non sono mai morti In quella pianura Da Valle Re ai Campi Rossi noi ci passammo un giorno e in mezzo alla nebbia ci scoprimmo commossi.
Re La E terra e acqua e vento Mi Fa#m non c'era tempo per la paura, Re La nati sotto la stella Mi Fa#m quella più bella della pianura Avevano una falce e mani grandi da contadini e prima di dormire un "padre nostro" come da bambini. Re La Sette figlioli sette Mi Fa#m di pane e miele a chi li dò. Re La Sette come le note, Mi Fa#m una canzone gli canterò. E pioggia e neve e gelo e fola e fuoco insieme al vino e vanno via i pensieri insieme al fumo su per il camino. Avevano un granaio e il passo a tempo si chi sa ballare, di chi per la vita prende il suo amore e lo sa portare. Sette fratelli sette di pane e miele a chi li do'. Non li darò alla guerra, all'uomo nero non li darò. Nuvola, lampo e tuono non c'è perdono per quella notte che gli squadristi vennero e via li portarono coi calci e le botte. Avevano un saluto e degli abbracci quello più forte. Avevano lo sguardo quello di chi va incontro alla sorte Sette fratelli sette, sette ferite e sette solchi: ci disse la pianura i figli di Alcide non sono mai morti In quella pianura Da Valle Re ai Campi Rossi noi ci passammo un giorno e in mezzo alla nebbia ci scoprimmo commossi.
Re# Sib E terra e acqua e vento Fa Solm non c'era tempo per la paura, Re# Sib nati sotto la stella Fa Solm quella più bella della pianura Avevano una falce e mani grandi da contadini e prima di dormire un "padre nostro" come da bambini. Re# Sib Sette figlioli sette Fa Solm di pane e miele a chi li dò. Re# Sib Sette come le note, Fa Solm una canzone gli canterò. E pioggia e neve e gelo e fola e fuoco insieme al vino e vanno via i pensieri insieme al fumo su per il camino. Avevano un granaio e il passo a tempo si chi sa ballare, di chi per la vita prende il suo amore e lo sa portare. Sette fratelli sette di pane e miele a chi li do'. Non li darò alla guerra, all'uomo nero non li darò. Nuvola, lampo e tuono non c'è perdono per quella notte che gli squadristi vennero e via li portarono coi calci e le botte. Avevano un saluto e degli abbracci quello più forte. Avevano lo sguardo quello di chi va incontro alla sorte Sette fratelli sette, sette ferite e sette solchi: ci disse la pianura i figli di Alcide non sono mai morti In quella pianura Da Valle Re ai Campi Rossi noi ci passammo un giorno e in mezzo alla nebbia ci scoprimmo commossi.
Mi Si E terra e acqua e vento Fa# Sol#m non c'era tempo per la paura, Mi Si nati sotto la stella Fa# Sol#m quella più bella della pianura Avevano una falce e mani grandi da contadini e prima di dormire un "padre nostro" come da bambini. Mi Si Sette figlioli sette Fa# Sol#m di pane e miele a chi li dò. Mi Si Sette come le note, Fa# Sol#m una canzone gli canterò. E pioggia e neve e gelo e fola e fuoco insieme al vino e vanno via i pensieri insieme al fumo su per il camino. Avevano un granaio e il passo a tempo si chi sa ballare, di chi per la vita prende il suo amore e lo sa portare. Sette fratelli sette di pane e miele a chi li do'. Non li darò alla guerra, all'uomo nero non li darò. Nuvola, lampo e tuono non c'è perdono per quella notte che gli squadristi vennero e via li portarono coi calci e le botte. Avevano un saluto e degli abbracci quello più forte. Avevano lo sguardo quello di chi va incontro alla sorte Sette fratelli sette, sette ferite e sette solchi: ci disse la pianura i figli di Alcide non sono mai morti In quella pianura Da Valle Re ai Campi Rossi noi ci passammo un giorno e in mezzo alla nebbia ci scoprimmo commossi.
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Informazioni

Questa canzone fa riferimento alla vicenda dei 7 fratelli Cervi, trucidati dai fascisti il 28 dicembre 1943 a Reggio Emilia.

La canzone è stata incisa anche con Modena City Ramblers in "Appunti partigiani" (2005) e interpretata dal Coro delle Mondine di Novi, in "Il seme e la speranza" (2006)

Fonte

Gang, CD Una volta per sempre CGD 1995

Scheda del canto
Autori testo
Anno
Lingua
Inserito da
ezio cuppone

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