Rivkele del sabato
La storia cantata: La liberazione del lager di Auschwitz
(27 Gennaio 1945)
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Rivkele del sabato che inizia il lunedì
a intrecciare le sue corde nella fabbrica ogni dì
e intrecciando la settimana passerà
lento scorre il tempo col pensiero sempre là
Rivkele del sabato che a casa tornerà
quante lacrime stanotte sul cuscino verserà
ed ad ognuna chiede su dimmi come sta
ma nell'alba grigia la sirena chiama già
Rivkele del sabato che intraccia i suoi perché
i "chissà se qualche volta riuscirà a pensare a me
e come starà e che vita farà
da quel freddo lager chissà mai se tornerà"
Rivkele del sabato che chiamano così
perché fu proprio di sabato che un grido si sentì
e nel ghetto il passo straniero risuonò
e il suo amore come tanti a casa non tornò
Informazioni
Canto del ghetto di Bialystok (Polonia), nato dopo l'irruzione delle SS che nel 1942 trasferirono centinaia di giovani nei lager. Le loro mogli e fidanzate vennero chiamate "shabesdike", cioè "del sabato" (shabbat), giorno sacro agli ebrei e in cui avenne l'irruzione. "Rivkele" è invece, in yiddish, il diminutivo di "Rivka", ovvero "Rebecca". La traduzione italiana è di Leoncarlo Settimelli.
Fonte
Settimelli Leoncarlo (a cua di) LP I canti dei lager, L'Unità, 2006
Scheda del canto
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