Il quindici gennaio [La lega di Genzano]
La storia cantata: Genzano, sciopero degli agrari
(15 Gennaio 1908)
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Il 15 gennaio
in Genzano de Roma
se riunivano i braccianti
cò gran volontà bbona
E tutti uniti dissero allor:
famo la lega per il lavò
Noi preghiamo a vvoi
civitani e nemesi
de mettese alla lega
coi vostri genzanesi
Non ci tradite sarebbe 'n'eror
ch'abbiam sofferto del gran dolor
Noi abbracciamo tutti
anche se so' frastieri
noi siamo dei fratelli
però quelli veri
Non ci tradite sarebbe 'n'eror
ch'abbiam sofferto del gran dolor
Ma i patronati uniti
dissero tra di loro:
sospendere il lavoro
per affamare il povero
Compagni unimoci unimoci sì
ch'è ggiunta l'ora, venuto è quel dì
Quinidici giorni intieri
senza provà lòavoro
sempre si confortavano
amandosi tra loro
Viva la lega evviva il lavor
compagni unimoci di vero cuor
Dopo tanto soffrire
si ebbe un dì vittoria
si ebbe poi l'onore
di scrivere la storia
Compagni unimoci unimoci sì
ch'è ggiunta l'ora, venuto è quel dì
Informazioni
Secondo varie testimonianze raccolte negli anni settanta, quando testimoni erano ancora vivi, la canzone fu cantata per la prima volta durante la stagione di scioperi agrari del 1908, guidati dal capolega Tommaso Frasconi, eletto nel 1914 sindaco, che nei Castelli Romani furono particolarmente intensi. Frasconi viene anche unanimemente ritenuto l'autore delle parole.
Con "forestieri" si intendono i braccianti provenienti dalla Ciociaria che venivano spesso usati dai padroni come crumiri, mentre i Civitani e Nemesi sono gli abitanti di Lanuvio (fino al 1914 Civita Lavinia) e Nemi.
(c. lampe)
Scheda del canto
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