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Fra tutti i traditori e gli assassini
nati quaggiù
nati quaggiù,
un delinquente come Mussolini
giammai vi fu,
giammai vi fu.
Con la feccia peggior della nazione
che organizzò,
che organizzò,
il ceffo suo bestiale di cafone
terrorizzò
terrorizzò,
“Duce! Duce!” così urlava in cor
la ciurmaglia ch’egli sobillò.
Col saccheggiar, con l’incendiar,
col trucidar, col torturar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Un uom più maledetto e più esecrato
giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
se i due furono prima disarmati
dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
hanno un coraggio da leon.
Ma un dì di redenzione e di letizia
sta per spuntar,
sta per spuntar,
in cui nessun fascista alla Giustizia
potrà scampar,
potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
giù dalla forca penzolar.
Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
La folla sotto un lieto girotondo
vi danzerà,
vi danzerà
e un grido solo dal suo cor giocondo
proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
da quel suo eterno trucidar,
nemmeno Belzebù
giù nell’inferno lo vuol più...
Do
Fra tutti i traditori e gli assassini
Sol Do
nati quaggiù
Sol Do
nati quaggiù,
un delinquente come Mussolini
Sol Do
giammai vi fu,
Sol Do
giammai vi fu.
Mi Si7 Mi Si7 Mi
Con la feccia peggior della nazione
Si7 Mi
che organizzò,
Si7 Mi
che organizzò,
Sol Re Sol Re Sol
il ceffo suo bestiale di cafone
Re Sol
terrorizzò
Re Sol
terrorizzò,
Sol7
“Duce! Duce!” così urlava in cor
Do
la ciurmaglia ch’egli sobillò.
Mi Lam
Col saccheggiar, con l’incendiar,
Mi Lam
col trucidar, col torturar
Fa Do
gli sgherri del cafon
Sol Do
fecero vittime a milion.
Un uom più maledetto e più esecrato
giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
se i due furono prima disarmati
dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
hanno un coraggio da leon.
Ma un dì di redenzione e di letizia
sta per spuntar,
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in cui nessun fascista alla Giustizia
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potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
giù dalla forca penzolar.
Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
La folla sotto un lieto girotondo
vi danzerà,
vi danzerà
e un grido solo dal suo cor giocondo
proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
da quel suo eterno trucidar,
nemmeno Belzebù
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Do#
Fra tutti i traditori e gli assassini
Sol# Do#
nati quaggiù
Sol# Do#
nati quaggiù,
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Sol# Do#
giammai vi fu,
Sol# Do#
giammai vi fu.
Fa Do7 Fa Do7 Fa
Con la feccia peggior della nazione
Do7 Fa
che organizzò,
Do7 Fa
che organizzò,
Sol# Re# Sol# Re# Sol#
il ceffo suo bestiale di cafone
Re# Sol#
terrorizzò
Re# Sol#
terrorizzò,
Sol#7
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Do#
la ciurmaglia ch’egli sobillò.
Fa Sibm
Col saccheggiar, con l’incendiar,
Fa Sibm
col trucidar, col torturar
Fa# Do#
gli sgherri del cafon
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giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
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dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
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Ma un dì di redenzione e di letizia
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sta per spuntar,
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potrà scampar,
potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
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Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
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vi danzerà
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proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
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Re
Fra tutti i traditori e gli assassini
La Re
nati quaggiù
La Re
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Fa# Do#7 Fa# Do#7 Fa#
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Do#7 Fa#
che organizzò,
Do#7 Fa#
che organizzò,
La Mi La Mi La
il ceffo suo bestiale di cafone
Mi La
terrorizzò
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La7
“Duce! Duce!” così urlava in cor
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la ciurmaglia ch’egli sobillò.
Fa# Sim
Col saccheggiar, con l’incendiar,
Fa# Sim
col trucidar, col torturar
Sol Re
gli sgherri del cafon
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Un uom più maledetto e più esecrato
giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
se i due furono prima disarmati
dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
hanno un coraggio da leon.
Ma un dì di redenzione e di letizia
sta per spuntar,
sta per spuntar,
in cui nessun fascista alla Giustizia
potrà scampar,
potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
giù dalla forca penzolar.
Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
La folla sotto un lieto girotondo
vi danzerà,
vi danzerà
e un grido solo dal suo cor giocondo
proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
da quel suo eterno trucidar,
nemmeno Belzebù
giù nell’inferno lo vuol più...
Re#
Fra tutti i traditori e gli assassini
Sib Re#
nati quaggiù
Sib Re#
nati quaggiù,
un delinquente come Mussolini
Sib Re#
giammai vi fu,
Sib Re#
giammai vi fu.
Sol Re7 Sol Re7 Sol
Con la feccia peggior della nazione
Re7 Sol
che organizzò,
Re7 Sol
che organizzò,
Sib Fa Sib Fa Sib
il ceffo suo bestiale di cafone
Fa Sib
terrorizzò
Fa Sib
terrorizzò,
Sib7
“Duce! Duce!” così urlava in cor
Re#
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Sol Dom
Col saccheggiar, con l’incendiar,
Sol Dom
col trucidar, col torturar
Sol# Re#
gli sgherri del cafon
Sib Re#
fecero vittime a milion.
Un uom più maledetto e più esecrato
giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
se i due furono prima disarmati
dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
hanno un coraggio da leon.
Ma un dì di redenzione e di letizia
sta per spuntar,
sta per spuntar,
in cui nessun fascista alla Giustizia
potrà scampar,
potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
giù dalla forca penzolar.
Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
La folla sotto un lieto girotondo
vi danzerà,
vi danzerà
e un grido solo dal suo cor giocondo
proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
da quel suo eterno trucidar,
nemmeno Belzebù
giù nell’inferno lo vuol più...
Mi
Fra tutti i traditori e gli assassini
Si Mi
nati quaggiù
Si Mi
nati quaggiù,
un delinquente come Mussolini
Si Mi
giammai vi fu,
Si Mi
giammai vi fu.
Sol# Re#7 Sol# Re#7 Sol#
Con la feccia peggior della nazione
Re#7 Sol#
che organizzò,
Re#7 Sol#
che organizzò,
Si Fa# Si Fa# Si
il ceffo suo bestiale di cafone
Fa# Si
terrorizzò
Fa# Si
terrorizzò,
Si7
“Duce! Duce!” così urlava in cor
Mi
la ciurmaglia ch’egli sobillò.
Sol# Do#m
Col saccheggiar, con l’incendiar,
Sol# Do#m
col trucidar, col torturar
La Mi
gli sgherri del cafon
Si Mi
fecero vittime a milion.
Un uom più maledetto e più esecrato
giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
se i due furono prima disarmati
dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
hanno un coraggio da leon.
Ma un dì di redenzione e di letizia
sta per spuntar,
sta per spuntar,
in cui nessun fascista alla Giustizia
potrà scampar,
potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
giù dalla forca penzolar.
Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
La folla sotto un lieto girotondo
vi danzerà,
vi danzerà
e un grido solo dal suo cor giocondo
proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
da quel suo eterno trucidar,
nemmeno Belzebù
giù nell’inferno lo vuol più...
Fa
Fra tutti i traditori e gli assassini
Do Fa
nati quaggiù
Do Fa
nati quaggiù,
un delinquente come Mussolini
Do Fa
giammai vi fu,
Do Fa
giammai vi fu.
La Mi7 La Mi7 La
Con la feccia peggior della nazione
Mi7 La
che organizzò,
Mi7 La
che organizzò,
Do Sol Do Sol Do
il ceffo suo bestiale di cafone
Sol Do
terrorizzò
Sol Do
terrorizzò,
Do7
“Duce! Duce!” così urlava in cor
Fa
la ciurmaglia ch’egli sobillò.
La Rem
Col saccheggiar, con l’incendiar,
La Rem
col trucidar, col torturar
Sib Fa
gli sgherri del cafon
Do Fa
fecero vittime a milion.
Un uom più maledetto e più esecrato
giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
se i due furono prima disarmati
dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
hanno un coraggio da leon.
Ma un dì di redenzione e di letizia
sta per spuntar,
sta per spuntar,
in cui nessun fascista alla Giustizia
potrà scampar,
potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
giù dalla forca penzolar.
Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
La folla sotto un lieto girotondo
vi danzerà,
vi danzerà
e un grido solo dal suo cor giocondo
proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
da quel suo eterno trucidar,
nemmeno Belzebù
giù nell’inferno lo vuol più...
Fa#
Fra tutti i traditori e gli assassini
Do# Fa#
nati quaggiù
Do# Fa#
nati quaggiù,
un delinquente come Mussolini
Do# Fa#
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Sib Fa7 Sib Fa7 Sib
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Sol# Do#
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Do#7
“Duce! Duce!” così urlava in cor
Fa#
la ciurmaglia ch’egli sobillò.
Sib Re#m
Col saccheggiar, con l’incendiar,
Sib Re#m
col trucidar, col torturar
Si Fa#
gli sgherri del cafon
Do# Fa#
fecero vittime a milion.
Un uom più maledetto e più esecrato
giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
se i due furono prima disarmati
dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
hanno un coraggio da leon.
Ma un dì di redenzione e di letizia
sta per spuntar,
sta per spuntar,
in cui nessun fascista alla Giustizia
potrà scampar,
potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
giù dalla forca penzolar.
Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
La folla sotto un lieto girotondo
vi danzerà,
vi danzerà
e un grido solo dal suo cor giocondo
proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
da quel suo eterno trucidar,
nemmeno Belzebù
giù nell’inferno lo vuol più...
Sol
Fra tutti i traditori e gli assassini
Re Sol
nati quaggiù
Re Sol
nati quaggiù,
un delinquente come Mussolini
Re Sol
giammai vi fu,
Re Sol
giammai vi fu.
Si Fa#7 Si Fa#7 Si
Con la feccia peggior della nazione
Fa#7 Si
che organizzò,
Fa#7 Si
che organizzò,
Re La Re La Re
il ceffo suo bestiale di cafone
La Re
terrorizzò
La Re
terrorizzò,
Re7
“Duce! Duce!” così urlava in cor
Sol
la ciurmaglia ch’egli sobillò.
Si Mim
Col saccheggiar, con l’incendiar,
Si Mim
col trucidar, col torturar
Do Sol
gli sgherri del cafon
Re Sol
fecero vittime a milion.
Un uom più maledetto e più esecrato
giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
se i due furono prima disarmati
dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
hanno un coraggio da leon.
Ma un dì di redenzione e di letizia
sta per spuntar,
sta per spuntar,
in cui nessun fascista alla Giustizia
potrà scampar,
potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
giù dalla forca penzolar.
Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
La folla sotto un lieto girotondo
vi danzerà,
vi danzerà
e un grido solo dal suo cor giocondo
proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
da quel suo eterno trucidar,
nemmeno Belzebù
giù nell’inferno lo vuol più...
Sol#
Fra tutti i traditori e gli assassini
Re# Sol#
nati quaggiù
Re# Sol#
nati quaggiù,
un delinquente come Mussolini
Re# Sol#
giammai vi fu,
Re# Sol#
giammai vi fu.
Do Sol7 Do Sol7 Do
Con la feccia peggior della nazione
Sol7 Do
che organizzò,
Sol7 Do
che organizzò,
Re# Sib Re# Sib Re#
il ceffo suo bestiale di cafone
Sib Re#
terrorizzò
Sib Re#
terrorizzò,
Re#7
“Duce! Duce!” così urlava in cor
Sol#
la ciurmaglia ch’egli sobillò.
Do Fam
Col saccheggiar, con l’incendiar,
Do Fam
col trucidar, col torturar
Do# Sol#
gli sgherri del cafon
Re# Sol#
fecero vittime a milion.
Un uom più maledetto e più esecrato
giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
se i due furono prima disarmati
dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
hanno un coraggio da leon.
Ma un dì di redenzione e di letizia
sta per spuntar,
sta per spuntar,
in cui nessun fascista alla Giustizia
potrà scampar,
potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
giù dalla forca penzolar.
Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
La folla sotto un lieto girotondo
vi danzerà,
vi danzerà
e un grido solo dal suo cor giocondo
proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
da quel suo eterno trucidar,
nemmeno Belzebù
giù nell’inferno lo vuol più...
La
Fra tutti i traditori e gli assassini
Mi La
nati quaggiù
Mi La
nati quaggiù,
un delinquente come Mussolini
Mi La
giammai vi fu,
Mi La
giammai vi fu.
Do# Sol#7 Do# Sol#7 Do#
Con la feccia peggior della nazione
Sol#7 Do#
che organizzò,
Sol#7 Do#
che organizzò,
Mi Si Mi Si Mi
il ceffo suo bestiale di cafone
Si Mi
terrorizzò
Si Mi
terrorizzò,
Mi7
“Duce! Duce!” così urlava in cor
La
la ciurmaglia ch’egli sobillò.
Do# Fa#m
Col saccheggiar, con l’incendiar,
Do# Fa#m
col trucidar, col torturar
Re La
gli sgherri del cafon
Mi La
fecero vittime a milion.
Un uom più maledetto e più esecrato
giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
se i due furono prima disarmati
dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
hanno un coraggio da leon.
Ma un dì di redenzione e di letizia
sta per spuntar,
sta per spuntar,
in cui nessun fascista alla Giustizia
potrà scampar,
potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
giù dalla forca penzolar.
Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
La folla sotto un lieto girotondo
vi danzerà,
vi danzerà
e un grido solo dal suo cor giocondo
proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
da quel suo eterno trucidar,
nemmeno Belzebù
giù nell’inferno lo vuol più...
Sib
Fra tutti i traditori e gli assassini
Fa Sib
nati quaggiù
Fa Sib
nati quaggiù,
un delinquente come Mussolini
Fa Sib
giammai vi fu,
Fa Sib
giammai vi fu.
Re La7 Re La7 Re
Con la feccia peggior della nazione
La7 Re
che organizzò,
La7 Re
che organizzò,
Fa Do Fa Do Fa
il ceffo suo bestiale di cafone
Do Fa
terrorizzò
Do Fa
terrorizzò,
Fa7
“Duce! Duce!” così urlava in cor
Sib
la ciurmaglia ch’egli sobillò.
Re Solm
Col saccheggiar, con l’incendiar,
Re Solm
col trucidar, col torturar
Mib Sib
gli sgherri del cafon
Fa Sib
fecero vittime a milion.
Un uom più maledetto e più esecrato
giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
se i due furono prima disarmati
dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
hanno un coraggio da leon.
Ma un dì di redenzione e di letizia
sta per spuntar,
sta per spuntar,
in cui nessun fascista alla Giustizia
potrà scampar,
potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
giù dalla forca penzolar.
Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
La folla sotto un lieto girotondo
vi danzerà,
vi danzerà
e un grido solo dal suo cor giocondo
proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
da quel suo eterno trucidar,
nemmeno Belzebù
giù nell’inferno lo vuol più...
Si
Fra tutti i traditori e gli assassini
Fa# Si
nati quaggiù
Fa# Si
nati quaggiù,
un delinquente come Mussolini
Fa# Si
giammai vi fu,
Fa# Si
giammai vi fu.
Re# Sib7 Re# Sib7 Re#
Con la feccia peggior della nazione
Sib7 Re#
che organizzò,
Sib7 Re#
che organizzò,
Fa# Do# Fa# Do# Fa#
il ceffo suo bestiale di cafone
Do# Fa#
terrorizzò
Do# Fa#
terrorizzò,
Fa#7
“Duce! Duce!” così urlava in cor
Si
la ciurmaglia ch’egli sobillò.
Re# Sol#m
Col saccheggiar, con l’incendiar,
Re# Sol#m
col trucidar, col torturar
Mi Si
gli sgherri del cafon
Fa# Si
fecero vittime a milion.
Un uom più maledetto e più esecrato
giammai vi fu,
giammai vi fu
di questo masnadiero scellerato
no, non vi fu,
no, non vi fu!
Il boia, il megalomane e il buffone
egli incarnò,
egli incarnò!
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò,
egli eclissò.
“Duce! Duce!” gli gridava in cor
la ciurmaglia ch’egli organizzò.
Col torturar, con l’incendiar,
col saccheggiar, col trucidar
gli sgherri del cafon
fecero vittime a milion.
Il truce e sanguinario Mussolini
non è un leon,
non è un leon
e quelle sue squadracce d’assassini
neppure lor,
neppure lor!
Ma in venti contro due sono spietati
pieni d’ardor,
pieni d’ardor,
se i due furono prima disarmati
dal pattuglion,
dal pattuglion.
Se protetti (che baldi guerrier)
dai tedeschi ed altri masnadier,
nel saccheggiar, nell’incendiar,
nel trucidar, nel torturar,
gli sgherri del cafon
hanno un coraggio da leon.
Ma un dì di redenzione e di letizia
sta per spuntar,
sta per spuntar,
in cui nessun fascista alla Giustizia
potrà scampar,
potrà scampar.
Il popolo che da trent’anni geme
vendetta avrà,
vendetta avrà,
chè Mussolini e la sua banda insieme
vedrà impiccar,
vedrà impiccar.
Lieti e insieme danzeremo allor
Tutti intorno a quei bei lampion,
dove gli eroi del saccheggiar,
del trucidar, del torturar,
vedrem con voluttà
giù dalla forca penzolar.
Da quei lampioni molto festeggiato
certo sarà,
certo sarà,
quello da cui il brigante più esecrato
penzolerà,
penzolerà.
La folla sotto un lieto girotondo
vi danzerà,
vi danzerà
e un grido solo dal suo cor giocondo
proromperà,
proromperà.
“Truce! truce! Tu non mordi più!
Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
Ma nel sentirsi nausear
da quel suo eterno trucidar,
nemmeno Belzebù
giù nell’inferno lo vuol più...
Informazioni
Sull’aria di Funiculì Funiculà (Turco-Denza)
Scheda del canto
Autori testo
Lingua
Inserito da
ezio cuppone
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