La storia cantata: Il terremoto in Irpinia
(23 Novembre 1980)
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Nelle narici l'odore del tabacco
sulle papille il sapore dello smacco
l'attacco, l'attacco, da terra e dal mar
non era previsto, son tutti a scappar.
La cavalleria è sorpresa
la fanteria dispersa
la retrovia si sfracchia
s'inguacchia, s'invoca la fatalità
la terra risucchia dolore e pietà
Vengono presi i cani a fucilate
"Scappate, scappate!"
la notte copre sagome impazzite
"Fuggite, fuggite!"
Chi era il nemico e dove sarà?
Qualcuno ha tradito e ritradirà
Il cappellano prega
il comandante impreca
il caffelatte in tazza
la neve, la guazza, la complicità
nascondono i morti. Facciamo a metà?
Certo perchè il paese ora si tende
"Le tende, le tende!"
si risveglia qualcuno che si offende
"le tende, le tende!"
Nessuno si arrende e la resa c'è già
si accende, si vende anche la dignità
C'è carne da cannone, carne d'appalto
carne da intrallazzo
di intrighi a palazzo, il veleno, il pugnale,
difende se stesso il quartier generale.
E adesso chi soccorrerà i soccorsi?
"Son persi, son persi!"
Unghie, spari, ricatti, sangue e morsi
"Dispersi, dispersi!"
Ti prego, ritorna.
Informazioni
Canzone dedicata al terremoto in Irpinia del 23 novembre 1980.
Fonte
Paolo Pietrangeli, Antologia, 2009, Alabianca
Scheda del canto
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