Canzone su Licio Nencetti partigiano

Canzone su Licio Nencetti partigiano

La storia cantata: La fucilazione del partigiano Nencetti (26 Maggio 1944)

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Compagni se vi assiste la memoria ricorderete i tempi d’oppressione quella punta funesta della storia che mise tutto il mondo in perdizione. I popoli fra lor fecero guerra ognuno perse il senno e la ragione la morte dilagò sopra la terra ovunque fu rovina e distruzione. Nel cielo tonò il rombo del cannone l'Italia si dovette inginocchiare i tedeschi vi fecero invasione si videro i fratelli deportare. Per noi non ci fu pace e compassione abbandonati fummo a trista sorte il re tradì per primo la nazione ed al nemico spalancò le porte. Molti fatti di sangue e disumani si videro dovunque consumare famiglie trucidate come cani in ogni strada e in ogni casolare. A quei tempi a Arezzo fu Licio Nencetti che alla ventura gli toccò scappare la sua memoria meriti rispetti e la sua storia ognun deve ascoltare. Con lui lasciaron molti e terra e tetti e le proprie famiglie abbandonate armati di coraggio e di moschetto col nome degli eroi stampato in petto. L’8 settembre Licio aveva detto che vendicato alfin avrebbe il padre pure pensando bene il poveretto al gran dolore della vecchia madre. E sempre più su lui furor si scaglia da Lucignano gli toccò scappare perseguitato da tanta canaglia in Casentin si dovette rifugiare. E allora Licio dichiarò battaglia e si mise i partigiani a radunare facendo su quei monti accampamento della vendetta attese il gran momento. Rapidamente passano le ore si scorge già il nemico da lontano il cuor di Licio palpita d’ardore ed a' compagni tende la sua mano. Ognuno sa che sono in minoranza però d'ave' timore nessun lo dice al primo cenno scoppia la battaglia e sibila rabbiosa la mitraglia. E Licio nel successo non s’incaglia rinnova coi compagni il giuramento e dice: "Per maggior precauzione decido di cambia' la posizione. Ritorneranno a fare un’incursione e battendo e mulattiere e strade e ponti e quando ci sarà il rastrellamento col piombo gli faremo un complimento". A Monterosi fu il trasferimento ma vennero scoperti e circondati però la sorte non recò sgomento dal gran coraggio furono animati. Ognuno tenne fede al giuramento per quanto si trovassero isolati passarono con impeto all’attacco ed al nemico ancor diedero smacco. Ma la sciagura era già in vedetta e contro Licio preparò l’agguato il 23* di maggio per disdetta da quelle belve venne catturato. In carcere fu messo a tutta fretta fra pugni e calci poi fu torturato, ma Licio a loro nulla volle dire perché i compagni lui 'un volea tradire. Più d’uno strazio gli toccò subire, ma solo alla sua mamma lui pensava qualche notizia pe' falli pervenire ormai che a morte certa se ne andava. Nulla importava a lui quel partire, nessuna grazia ai sgherri domandava e dopo un giorno che fu carcerato solo per finzione venne liberato. Di nuovo fu ripreso e interrogato, ma nessuna risposta volle dare e allora col sistema più spietato pugni e pedate presero a menare. Pe' l’ira furibonda il disgraziato vide la dura sorte preparare, tutto il veleno de quei delinquenti s’accese fracassandogli anche i denti. Il nostro eroe mantenne il suo coraggio disprezzò il nemico con fierezza finché un mattin del ventisette maggio finir doveva la sua giovinezza. Di salvarlo non c’era alcun miraggio attese il suo verdetto con fermezza fori della prigione fu portato dove un plotone stava preparato. E l'ordine di foco gli fu dato e sparan su di lui quegli assassini e mentre a Licio la fine gli scocca stramazza a terra col sorriso in bocca. Alla sua cara mamma con amore ogni persona onesta asciuga il pianto e sulla tomba a lui gli ponga un fiore che esalti della gloria tutto il vanto. Licio Nencetti, è tua questa canzone col cuore di compagno te la canto riposa in pace non ti scorderemo la tua memoria rivendicheremo.
Informazioni

Canto raccolto da Diego Carpitella nell'aretino.L'informatore Enzo Piccoletti attribuisce la paternità del canto (composto da venti strofe) a un poeta improvvisatore di nome Casini. La versione qui presentata è quella cantata da Caterina Bueno nel disco "Se vi assiste la memoria" (Fonit Cetra 1974).

*Licio Nencetti venne fucilato precisamente il 26 maggio 1944

Fonte
M. Gatteschi, "Il canto popolare aretino. La ricerca di Diego Carpitella", Le Balze, Arezzo, 2004
Scheda del canto
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