Il tragico naufragio del 18 aprile 2015

Il tragico naufragio del 18 aprile 2015

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Nella notte del 18 aprile, senza scrupoli, quei trafficanti più di mille persone migranti dalla Libia hanno fatto partir. Nella stiva le donne e i bambini e i più poveri, i più disperati senza cuore son stati ammucchiati dai vigliacchi scafisti assassin. Ma eran troppi su quel barcone che per forza ha dovuto affondare; chi era in alto ha potuto gridare la sua angoscia, la disperazion. Laggiù in fondo, nel buio ammassati, si sentiva un sinistro rumore; poi lo schiaffo dell'acqua e il fragore, senza un grido ognun si eclissò. Non tragedia, ma orrendo omicidio: ventitre arrestati a Palermo. Uno ride di quell'inferno: "Sempre troppi ne carichiam!" non tragedia, ma vile assassinio, sono morti come i topi in gabbia. Ma non basterà la nostra rabbia questo scempio brutale a fermar. Da gennaio son milleseicento, dalla guerra volevan scappare: son sepolti nel fondo del mare, solo un numero ormai resterà. Da gennaio son milleseicento, mentre noi rimaniamo a guardare: il valore dobbiamo affermare di una sola umanità.
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Testo scritto da Bruna Montorsi (de Le cence allegre, di Modena), sulla melodia de Il feroce monarchico Bava. Il canto ricorda il naufragio di una imbarcazione avvenuto la notte del 18 aprile 2015 al largo delle coste della Libia.
Un superstite (28 in totale) ha indicato in 950 il numero di migranti a bordo, tra cui circa 200 donne e tra i 40 e i 50 bambini.

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