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Quando chiare fresche acque
di un minuscolo torrente
crebbero in un fiume straripante
chi credette in quell’istante
si gettò nella corrente
e si ritrovò tra tanta gente
con i gomiti sporgenti
con le facce sorridenti
con le mani fredde e i cuori ardenti.
E tutti avanti per parlare ed ascoltare
per guardare ed imparare
per sentirsi meno soli e più importanti.
E tutti avanti, tutti quanti in prima fila
tutti attenti e impazienti
di vedere il mondo dove va.
Quando nelle piazze in tanti
diventavano cantanti
con una chitarra e un po’ di vino.
Quando in ogni discussione
diventavano importanti
anche le parole di un bambino
ed i vecchi muri stanchi
e gli antichi monumenti
anche loro erano parlanti.
E tutti avanti…
Quando giorno dopo giorno
era tutto da scoprire.
Quando tutto si poteva costruire.
Quando giorno dopo giorno
era tutto da inventare.
Quando tutto si poteva immaginare.
Quando con le occupazioni
e le manifestazioni
la città sembrava tutta in festa.
E tutti avanti…
Informazioni
Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla Festa Nazionale dell’Unità.
La melodia è la medesima di quella de La mia barba
Fonte
Alfredo Bandelli, CD La poesia operaia, Bond Records 1995
Alfredo Bandelli, Musica e utopia, Il Grandevetro,Santa Croce sull'Arno, 2006
Scheda del canto
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