Straniero

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E da una riva a un’altra riva percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco e scesi a questo nuovo porto E trascinavo la mia vita chissà per arrivare Chissà per ritornare o non sentirmi ancora morto… Sono venuto a ’sta città Come straniero che non sa Come un insulto al cielo nero In questa pioggia ostile Lo stile fosco dell’età E la pietà per questa gente In tutto questo niente, il vento Che batte il mio pensiero E me ne andrò, io mi dicevo Di notte, come uno straniero Andrò davvero io non devo Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
Do E da una riva a un’altra riva Fa Sol Do percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco Fa Sol e scesi a questo nuovo porto Do Rem E trascinavo la mia vita chissà per arrivare Do Chissà per ritornare Rem Sol7 o non sentirmi ancora morto... Do Fa Sono venuto a ’sta città Do Come straniero che non sa Rem Come un insulto al cielo nero Sol7 Do In questa pioggia ostile Fa Lo stile fosco dell’età Do E la pietà per questa gente Rem In tutto questo niente, il vento Sol7 Do Che batte il mio pensiero Fa E me ne andrò, io mi dicevo Do Di notte, come uno straniero Rem Andrò davvero io non devo Sol7 Do Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
Do# E da una riva a un’altra riva Fa# Sol# Do# percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco Fa# Sol# e scesi a questo nuovo porto Do# Re#m E trascinavo la mia vita chissà per arrivare Do# Chissà per ritornare Re#m Sol#7 o non sentirmi ancora morto... Do# Fa# Sono venuto a ’sta città Do# Come straniero che non sa Re#m Come un insulto al cielo nero Sol#7 Do# In questa pioggia ostile Fa# Lo stile fosco dell’età Do# E la pietà per questa gente Re#m In tutto questo niente, il vento Sol#7 Do# Che batte il mio pensiero Fa# E me ne andrò, io mi dicevo Do# Di notte, come uno straniero Re#m Andrò davvero io non devo Sol#7 Do# Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
Re E da una riva a un’altra riva Sol La Re percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco Sol La e scesi a questo nuovo porto Re Mim E trascinavo la mia vita chissà per arrivare Re Chissà per ritornare Mim La7 o non sentirmi ancora morto... Re Sol Sono venuto a ’sta città Re Come straniero che non sa Mim Come un insulto al cielo nero La7 Re In questa pioggia ostile Sol Lo stile fosco dell’età Re E la pietà per questa gente Mim In tutto questo niente, il vento La7 Re Che batte il mio pensiero Sol E me ne andrò, io mi dicevo Re Di notte, come uno straniero Mim Andrò davvero io non devo La7 Re Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
Re# E da una riva a un’altra riva Sol# Sib Re# percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco Sol# Sib e scesi a questo nuovo porto Re# Fam E trascinavo la mia vita chissà per arrivare Re# Chissà per ritornare Fam Sib7 o non sentirmi ancora morto... Re# Sol# Sono venuto a ’sta città Re# Come straniero che non sa Fam Come un insulto al cielo nero Sib7 Re# In questa pioggia ostile Sol# Lo stile fosco dell’età Re# E la pietà per questa gente Fam In tutto questo niente, il vento Sib7 Re# Che batte il mio pensiero Sol# E me ne andrò, io mi dicevo Re# Di notte, come uno straniero Fam Andrò davvero io non devo Sib7 Re# Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
Mi E da una riva a un’altra riva La Si Mi percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco La Si e scesi a questo nuovo porto Mi Fa#m E trascinavo la mia vita chissà per arrivare Mi Chissà per ritornare Fa#m Si7 o non sentirmi ancora morto... Mi La Sono venuto a ’sta città Mi Come straniero che non sa Fa#m Come un insulto al cielo nero Si7 Mi In questa pioggia ostile La Lo stile fosco dell’età Mi E la pietà per questa gente Fa#m In tutto questo niente, il vento Si7 Mi Che batte il mio pensiero La E me ne andrò, io mi dicevo Mi Di notte, come uno straniero Fa#m Andrò davvero io non devo Si7 Mi Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
Fa E da una riva a un’altra riva Sib Do Fa percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco Sib Do e scesi a questo nuovo porto Fa Solm E trascinavo la mia vita chissà per arrivare Fa Chissà per ritornare Solm Do7 o non sentirmi ancora morto... Fa Sib Sono venuto a ’sta città Fa Come straniero che non sa Solm Come un insulto al cielo nero Do7 Fa In questa pioggia ostile Sib Lo stile fosco dell’età Fa E la pietà per questa gente Solm In tutto questo niente, il vento Do7 Fa Che batte il mio pensiero Sib E me ne andrò, io mi dicevo Fa Di notte, come uno straniero Solm Andrò davvero io non devo Do7 Fa Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
Fa# E da una riva a un’altra riva Si Do# Fa# percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco Si Do# e scesi a questo nuovo porto Fa# Sol#m E trascinavo la mia vita chissà per arrivare Fa# Chissà per ritornare Sol#m Do#7 o non sentirmi ancora morto... Fa# Si Sono venuto a ’sta città Fa# Come straniero che non sa Sol#m Come un insulto al cielo nero Do#7 Fa# In questa pioggia ostile Si Lo stile fosco dell’età Fa# E la pietà per questa gente Sol#m In tutto questo niente, il vento Do#7 Fa# Che batte il mio pensiero Si E me ne andrò, io mi dicevo Fa# Di notte, come uno straniero Sol#m Andrò davvero io non devo Do#7 Fa# Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
Sol E da una riva a un’altra riva Do Re Sol percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco Do Re e scesi a questo nuovo porto Sol Lam E trascinavo la mia vita chissà per arrivare Sol Chissà per ritornare Lam Re7 o non sentirmi ancora morto... Sol Do Sono venuto a ’sta città Sol Come straniero che non sa Lam Come un insulto al cielo nero Re7 Sol In questa pioggia ostile Do Lo stile fosco dell’età Sol E la pietà per questa gente Lam In tutto questo niente, il vento Re7 Sol Che batte il mio pensiero Do E me ne andrò, io mi dicevo Sol Di notte, come uno straniero Lam Andrò davvero io non devo Re7 Sol Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
Sol# E da una riva a un’altra riva Do# Re# Sol# percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco Do# Re# e scesi a questo nuovo porto Sol# Sibm E trascinavo la mia vita chissà per arrivare Sol# Chissà per ritornare Sibm Re#7 o non sentirmi ancora morto... Sol# Do# Sono venuto a ’sta città Sol# Come straniero che non sa Sibm Come un insulto al cielo nero Re#7 Sol# In questa pioggia ostile Do# Lo stile fosco dell’età Sol# E la pietà per questa gente Sibm In tutto questo niente, il vento Re#7 Sol# Che batte il mio pensiero Do# E me ne andrò, io mi dicevo Sol# Di notte, come uno straniero Sibm Andrò davvero io non devo Re#7 Sol# Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
La E da una riva a un’altra riva Re Mi La percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco Re Mi e scesi a questo nuovo porto La Sim E trascinavo la mia vita chissà per arrivare La Chissà per ritornare Sim Mi7 o non sentirmi ancora morto... La Re Sono venuto a ’sta città La Come straniero che non sa Sim Come un insulto al cielo nero Mi7 La In questa pioggia ostile Re Lo stile fosco dell’età La E la pietà per questa gente Sim In tutto questo niente, il vento Mi7 La Che batte il mio pensiero Re E me ne andrò, io mi dicevo La Di notte, come uno straniero Sim Andrò davvero io non devo Mi7 La Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
Sib E da una riva a un’altra riva Mib Fa Sib percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco Mib Fa e scesi a questo nuovo porto Sib Dom E trascinavo la mia vita chissà per arrivare Sib Chissà per ritornare Dom Fa7 o non sentirmi ancora morto... Sib Mib Sono venuto a ’sta città Sib Come straniero che non sa Dom Come un insulto al cielo nero Fa7 Sib In questa pioggia ostile Mib Lo stile fosco dell’età Sib E la pietà per questa gente Dom In tutto questo niente, il vento Fa7 Sib Che batte il mio pensiero Mib E me ne andrò, io mi dicevo Sib Di notte, come uno straniero Dom Andrò davvero io non devo Fa7 Sib Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
Si E da una riva a un’altra riva Mi Fa# Si percorsi questo mare Quando arrivai all’attracco Mi Fa# e scesi a questo nuovo porto Si Do#m E trascinavo la mia vita chissà per arrivare Si Chissà per ritornare Do#m Fa#7 o non sentirmi ancora morto... Si Mi Sono venuto a ’sta città Si Come straniero che non sa Do#m Come un insulto al cielo nero Fa#7 Si In questa pioggia ostile Mi Lo stile fosco dell’età Si E la pietà per questa gente Do#m In tutto questo niente, il vento Fa#7 Si Che batte il mio pensiero Mi E me ne andrò, io mi dicevo Si Di notte, come uno straniero Do#m Andrò davvero io non devo Fa#7 Si Niente a nessuno andrò leggero via. Da marciapiede a marciapiede poi si disperde il sogno Bisogna pur cedere al fondo un’ancora d’appiglio Però io veglio inquieto ancora e traccio a questo stagno Un punto di fuga che non sia famiglia, moglie o figlio mio E così vivo in ’sta città Come straniero che non parla La lingua della società Il tarlo nella perla Sono straniero alla mia via Mi sento ignoto anche agli specchi Ai vecchi amici, a casa mia A ciò che guardi o tocchi Ho fiori secchi sul balcone E la pensione per traguardo Alzo lo sguardo a ogni stazione Già certo del ritardo mio Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire Siamo stranieri a ’sta città Siamo stranieri a questa terra A quest’infame e dura guerra Alla viltà e al letargo Prendiamo il largo verso altrove Dove non seppellisci i sogni Dove non inghiottisci odio E arrivi a odiare i tuoi bisogni… “O morte, vecchio capitano” Salpiamo l’ancora, su andiamo Inferno o cielo cosa importa Da questa vita morta Come straniero partirò Senza più niente da sperare Fra quattro assi e dieci chiodi Vedi c’è odor di mare... e ciao
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"Bei tempi quelli in cui i vari Camus potevano discettare di estraneità come di una condizione esistenziale dell’uomo moderno. Oggi è molto se, dell’essere Straniero, non se ne occupi solo il codice penale. Io che sono un inguaribile nostalgico, anarco-conservatore, dedico alla questione qualche verso che vuole stare in bilico fra il significato esistenziale e quello politico. “O morte, o vecchio capitano” è una frase di Baudelaire." (Alessio Lega)

Da "Resistenza e Amore", Nota, 2004

http://www.alessiolega.it

Fonte

Lega Alessio, CD Resistenza e Amore, Nota, 2004

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