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Milano, maggio/giugno 1971.
I baraccati e i senza casa della metropoli lombarda occupano le case, di proprietà dell'IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) site in via Tibaldi.
Nella notte fra il 2 e il 3 giugno, 4000 agenti in armi sono chiamati a sgomberare le case con la forza. La polizia attacca sparando all'impazzata un numero impressionante di candelotti lacrimogeni, ed è un'aggressione che i testimoni definiscono bestiale.
Un bambino di appena sette mesi, Massimiliano Ferretti, malato di cuore ed affetto da bronchite, viene colpito dai gas lacrimogeni.
Ricoverato alla clinica Mangiagalli cessa di vivere.
Il padre di Massimiliano, ricercato dalla polizia per furto, deve subire l'onta di nascondersi, come se il criminale fosse lui, mentre il potere gli ha ammazzato il figlio.
Lotta Continua, l’Unione Inquilini e il Collettivo Autonomo di Architettura ne fanno un caso nazionale nell’ambito della campagna di lotta per la casa, ed organizzano una manifestazione di solidarietà ai baraccati, a cui parteciparono 30.000 persone.
L’episodio di via Tibaldi segna da un lato un sempre maggiore impegno di alcune organizzazioni dell’estrema sinistra nella lotta per la casa, dall’altro un sempre maggiore disimpegno del Pci, che pure aveva organizzato le lotte per la casa negli anni ‘60. A partire dal ‘71 abbandona le lotte per casa, sia perché particolarmente invise ai ceti medi, sia perché le lotte avvengono anche in città con amministrazioni di sinistra.
(da Canzoni contro la guerra )
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