Sante Caserio [Canto a Caserio]

Sante Caserio [Canto a Caserio]

Pietro Gori
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La storia cantata: La decapitazione di Sante Caserio (16 Agosto 1894)

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Lavoratori a voi diretto è il canto di questa mia canzon che sa di pianto e che ricorda un baldo giovin forte che per amor di voi sfidò la morte. A te, Caserio, ardea nella pupilla de le vendette umane la scintilla, ed alla plebe che lavora e geme donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Dom Sol7 Lavoratori a voi diretto è il canto Dom di questa mia canzon che sa di pianto Sol7 e che ricorda un baldo giovin forte Dom che per amor di voi sfidò la morte. Fam Dom A te, Caserio, ardea nella pupilla Sol7 Dom de le vendette umane la scintilla, Fam Dom ed alla plebe che lavora e geme Sol7 Dom donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Do#m Sol#7 Lavoratori a voi diretto è il canto Do#m di questa mia canzon che sa di pianto Sol#7 e che ricorda un baldo giovin forte Do#m che per amor di voi sfidò la morte. Fa#m Do#m A te, Caserio, ardea nella pupilla Sol#7 Do#m de le vendette umane la scintilla, Fa#m Do#m ed alla plebe che lavora e geme Sol#7 Do#m donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Rem La7 Lavoratori a voi diretto è il canto Rem di questa mia canzon che sa di pianto La7 e che ricorda un baldo giovin forte Rem che per amor di voi sfidò la morte. Solm Rem A te, Caserio, ardea nella pupilla La7 Rem de le vendette umane la scintilla, Solm Rem ed alla plebe che lavora e geme La7 Rem donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Re#m Sib7 Lavoratori a voi diretto è il canto Re#m di questa mia canzon che sa di pianto Sib7 e che ricorda un baldo giovin forte Re#m che per amor di voi sfidò la morte. Sol#m Re#m A te, Caserio, ardea nella pupilla Sib7 Re#m de le vendette umane la scintilla, Sol#m Re#m ed alla plebe che lavora e geme Sib7 Re#m donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Mim Si7 Lavoratori a voi diretto è il canto Mim di questa mia canzon che sa di pianto Si7 e che ricorda un baldo giovin forte Mim che per amor di voi sfidò la morte. Lam Mim A te, Caserio, ardea nella pupilla Si7 Mim de le vendette umane la scintilla, Lam Mim ed alla plebe che lavora e geme Si7 Mim donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Fam Do7 Lavoratori a voi diretto è il canto Fam di questa mia canzon che sa di pianto Do7 e che ricorda un baldo giovin forte Fam che per amor di voi sfidò la morte. Sibm Fam A te, Caserio, ardea nella pupilla Do7 Fam de le vendette umane la scintilla, Sibm Fam ed alla plebe che lavora e geme Do7 Fam donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Fa#m Do#7 Lavoratori a voi diretto è il canto Fa#m di questa mia canzon che sa di pianto Do#7 e che ricorda un baldo giovin forte Fa#m che per amor di voi sfidò la morte. Sim Fa#m A te, Caserio, ardea nella pupilla Do#7 Fa#m de le vendette umane la scintilla, Sim Fa#m ed alla plebe che lavora e geme Do#7 Fa#m donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Solm Re7 Lavoratori a voi diretto è il canto Solm di questa mia canzon che sa di pianto Re7 e che ricorda un baldo giovin forte Solm che per amor di voi sfidò la morte. Dom Solm A te, Caserio, ardea nella pupilla Re7 Solm de le vendette umane la scintilla, Dom Solm ed alla plebe che lavora e geme Re7 Solm donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Sol#m Re#7 Lavoratori a voi diretto è il canto Sol#m di questa mia canzon che sa di pianto Re#7 e che ricorda un baldo giovin forte Sol#m che per amor di voi sfidò la morte. Do#m Sol#m A te, Caserio, ardea nella pupilla Re#7 Sol#m de le vendette umane la scintilla, Do#m Sol#m ed alla plebe che lavora e geme Re#7 Sol#m donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Lam Mi7 Lavoratori a voi diretto è il canto Lam di questa mia canzon che sa di pianto Mi7 e che ricorda un baldo giovin forte Lam che per amor di voi sfidò la morte. Rem Lam A te, Caserio, ardea nella pupilla Mi7 Lam de le vendette umane la scintilla, Rem Lam ed alla plebe che lavora e geme Mi7 Lam donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Sibm Fa7 Lavoratori a voi diretto è il canto Sibm di questa mia canzon che sa di pianto Fa7 e che ricorda un baldo giovin forte Sibm che per amor di voi sfidò la morte. Mibm Sibm A te, Caserio, ardea nella pupilla Fa7 Sibm de le vendette umane la scintilla, Mibm Sibm ed alla plebe che lavora e geme Fa7 Sibm donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Sim Fa#7 Lavoratori a voi diretto è il canto Sim di questa mia canzon che sa di pianto Fa#7 e che ricorda un baldo giovin forte Sim che per amor di voi sfidò la morte. Mim Sim A te, Caserio, ardea nella pupilla Fa#7 Sim de le vendette umane la scintilla, Mim Sim ed alla plebe che lavora e geme Fa#7 Sim donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. Eri nello splendore della vita, e non vedesti che notte infinita; la notte dei dolori e della fame, che incombe sull'immenso uman carname. E ti levasti in atto di dolore, d'ignoti strazi altero vendicatore; e t'avventasti, tu si buono e mite, a scuoter l'alme schiave ed avvilite. Tremarono i potenti all'atto fiero, e nuove insidie tesero al pensiero; e il popolo cui l'anima donasti non ti comprese, e pur tu non piegasti. E i tuoi vent'anni, una feral mattina gettasti al mondo dalla ghigliottina, al mondo villa tua grand'alma pia, alto gridando: «Viva l'Anarchia!». Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato, che il tuo nome verrà purificato, quando sacre saranno le vite umane e diritto d'ognun la scienza e il pane. Dormi, Caserio, entro la fredda terra donde ruggire udrai la final guerra, la gran battaglia contro gli oppressori la pugna tra sfruttati e sfruttatori. Voi che la vita e l'avvenir fatale ofriste su l'altar dell'ideale o falangi di morti sul lavoro, vittime de l'altrui ozio e dell'oro, martiri ignoti o sciera benedetta, già spunta il giorno della gran vendetta, de la giustizia già si leva ilsole; il popolo tiranni più non vuole.
Informazioni

Musica forse di A. Capponi. Sante Caserio fu ghigliottinato a Lione per aver pugnalato Sadi Carnot, presidente della repubblica francese. Anche nota come Canto a Caserio

Fonte

Vettori Giuseppe, Canzoni italiane di protesta 1794 - 1974, Roma, Newton Compton, 1975

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