Per i morti dell'Aquila

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La storia cantata: Terremoto dell'Aquila (6 Aprile 2009)

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Gentile cittadino, fratello aquilano Teniamoci per mano son sempre giorni tristi Teniamo a mente i nostri 309 morti Ma tanti nostri cari potevano salvarsi Di nuovo un terremoto In questa terra amara, ha fatto strage sulla faglia intera A diciannove anni è morto Centofanti Per quelli che non sanno, chiedete agli abruzzesi Son morte Giusy e Genny, amici padri e nonni E ventitre bambini, anche di pochi mesi Son morti sui 20 anni cinquantasei studenti, per colpa di incapaci delinquenti I figli di Parisse, la mamma di Carletta La moglie di Vincenzo, Maurizio e Benedetta La nostra amica Anna, Silvana, Elisabetta Lorenzo, suo fratello, Maria, Sandro: un macello ! E sono tanti e tanti Che non si son salvati, perché qualcuno li ha tranquillizzati Il solo vero amico che abbiamo al fianco adesso È sempre quello stesso: è il vigile del fuoco Ed i nemici attuali son sempre ancora uguali: Opportunisti, falchi, mafiosi e camorristi uguale è la canzone che abbiamo da cantare, ci siamo rotti eppur c’è da lottare Per tutti noi è ben chiaro che questo sangue amaro Ricade non a caso, su guido bertolaso Dovremmo tutti quanti averlo sempre avanti Per arginare in tempo abusi e sfruttamento Forza e coraggio allora Su’ diamoci na smossa, va cancellata ogni zona rossa
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Questo canto ci è stato trasmesso da Anna Barile durante il 6° raduno de ilDeposito.org, presso il Circolo Gianni Bosio a Roma, 19 ottobre 2013. E' una parodia de Per i morti di Reggio Emilia, di Fausto Amodei.

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