Ero povero ma disertore
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Ero povero ma disertore
E disertai dalle mie frontiere
E Ferdinando l'impé-l'imperatore
Che mi ha perseguità.
Valli e monti ho scavalcato
E dai gendarmi ero inseguito,
Quando una sera mi addo-mi addormentai
E mi svegliai incatenà.
Incatenato le mani e i piedi
E in tribunale mi hanno portato
Ed il pretore mi ha do-mi ha domandato:
«Perché mai sei incatenà?».
Io gli risposi francamente:
«Camminavo per la foresta
Quando un pensiero mi vie-mi viene in testa:
Di non fare mai più il soldà».
Caro padre, che sei già morto,
E tu, madre, che vivi ancora,
Se vuoi vedere tuo figlio alla-alla tortura,
Condannato senza ragion.
O compagni che marciate,
Che marciate al suon della tromba,
Quando sarete su la-su la mia tomba
Griderete: pietà di me!
Informazioni
Probabilmente precedente il 1848, ma esistono diverse lezioni della Grande Guerra e della guerra di Resistenza.
E' interessante notare come il canto sia entrato a far parte del canzoniere ufficiale distribuito ai soldati durante la Prima Guerra Mondiale. Il disertore veniva alla fine "giustamente" punito; doveva quindi servire da esempio agli altri soldati.
(KGgB)
Scheda del canto
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