Tiro a segno

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E' chiaro che un giorno di festa ognuno va dove va: amore, osteria, juke-box, cinemà. Ma non giudicatelo indegno il vecchio, un po' frusto, tiro a segno. Dieci colpi, cento lire - il tiro a segno "Universal" dieci centri da colpire - per un ricco premio final. Molti tipi d bersagli . fantocci, pipe, vecchi general, avvocati ed ammiragli - scrittori e gente d'affar. C'è un ministro. un ciambellano, un consigliere e accanto a sua Maestà, un addetto, un capo-gabinetto: tanti bei palloni d'ogni qualità. C'è il ruffiano di un potente - la mantenuta d'un industrial, un censore intransigente - e un Principe omosessual. Sia detto che, se vi diverte, ognuno va dove va: amore, il ballo, la partita, il cinemà. Ma, se preferite sfogare il vostro ingegno c'è il mio tiro a segno Su sparate cittadini - sul servo sciocco e sul protettor sul mercante di bambini - sul boia e sul dittator, sugli sbirri e i parrucconi - sui baciapile e i leccaltar sui fascisti e sui cialtroni - e sui capitani d'affar. Dieci colpi, su brava gente, sparate e vedrete saltar vecchie pipe, grossi palloni d'azoto vuoto. E su tutto quel rottame - vedrete che dileguerà il fantasma della fame e questo il mio premio sarà.
Fonte

Jona Emilio, Straniero Michele L., Cantacronache - Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta, Torino, Crel, 1996

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