Ti possono interessare anche..
Tu che sei stato per otto ore
a controllare lo stesso congegno,
ad azionare la stessa leva,
ad aspettare lo stesso segno,
tu che sei stato per otto ore
intento a premere lo stesso bottone,
lasci la fabbrica mezzo abbagliato,
un solo rumore ti spacca il cervello;
e tutto questo non è che un anello
della catena a cui sei legato.
Il tuo padrone ti vuole operaio
nella sua fabbrica e in ogni momento,
ti ha costruito vicino al lavoro
persino un piccolo appartamento;
per i tuoi figli c'è poi l'asilo,
per i più grandi c'è il corso aziendale
ma se tu scioperi, questo è un gran male,
perdi il tuo posto, perdi la casa,
perde tuo figlio il corso aziendale;
e se ti cerchi un altro lavoro,
un'altra casa, un altro alveare,
peggio di un cane ti vedi cacciare;
vivi col marchio del dissociato,
sei un elemento indesiderato,
tu sei finito, ma non vuoi dir niente:
la produzione non ne risente.
Siamo al guinzaglio del capitale,
non puoi più vivere, non puoi pensare,
siamo al guinzaglio del capitale,
non sei più libero neanche di amare.
La corda è lunga, ma è un'illusione,
bisogna uscire da questa prigione,
la corda è lunga, ma in Asia e in Angola
la tiran più forte, ti arriva alla gola.
Quaranta milioni di nasi puntati
tutte le sere sul televisore,
quaranta milioni di anonima gente
che scorre fra i banchi dei supermercati,
la sensazione di essere qualcosa
con l'automobile che paghi a rate...
Per farci tacere, per farci star buoni
un solo mezzo hanno i padroni:
rubano in Asia, in Venezuela,
ammazzano in Vietnam, in Congo e in Bolivia,
nel Medio Oriente e giù in Rhodesia
a Santo Domingo e in Indonesia;
là si presentano quali essi sono,
senza la maschera del padre buono.
Siamo al guinzaglio del capitale...
E questa pace tanto auspicata,
e questa pace tanto lodata,
e questa pace che vuole il padrone
si concretizza nell'oppressione;
questi vent'anni di coesistenza
sono vent'anni di cieca violenza
contro chi suda, chi è sfruttato,
chi del potere è sempre privato.
A tutto questo una sola risposta:
avanti, popoli, alla riscossa!
La lotta esiste, non è un'illusione,
abbatteremo un giorno il padrone,
la lotta esiste, facciamo la storia
non può finire che con la vittoria.
Fonte
Vettori Giuseppe, Canzoni italiane di protesta 1794 - 1974, Roma, Newton Compton, 1975
Scheda del canto
Autori testo
Anno
Lingua
Inserito da
ilDeposito
Disclaimer
I diritti del contenuto sono dei rispettivi autori.Lo staff de ilDeposito.org non condivide necessariamente il contenuto, che viene inserito nell'archivio unicamente per il suo valore storico, artistico o culturale (maggiori informazioni).
Commenti
Per inserire un commento è necessario registrarsi!