La storia cantata: La decapitazione di Sante Caserio
(16 Agosto 1894)
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Lavoratori a voi diretto è il canto
di questa mia canzon che sa di pianto
e che ricorda un baldo giovin forte
che per amor di voi sfidò la morte.
A te, Caserio, ardea nella pupilla
de le vendette umane la scintilla,
ed alla plebe che lavora e geme
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Dom Sol7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Dom
di questa mia canzon che sa di pianto
Sol7
e che ricorda un baldo giovin forte
Dom
che per amor di voi sfidò la morte.
Fam Dom
A te, Caserio, ardea nella pupilla
Sol7 Dom
de le vendette umane la scintilla,
Fam Dom
ed alla plebe che lavora e geme
Sol7 Dom
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Do#m Sol#7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Do#m
di questa mia canzon che sa di pianto
Sol#7
e che ricorda un baldo giovin forte
Do#m
che per amor di voi sfidò la morte.
Fa#m Do#m
A te, Caserio, ardea nella pupilla
Sol#7 Do#m
de le vendette umane la scintilla,
Fa#m Do#m
ed alla plebe che lavora e geme
Sol#7 Do#m
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Rem La7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Rem
di questa mia canzon che sa di pianto
La7
e che ricorda un baldo giovin forte
Rem
che per amor di voi sfidò la morte.
Solm Rem
A te, Caserio, ardea nella pupilla
La7 Rem
de le vendette umane la scintilla,
Solm Rem
ed alla plebe che lavora e geme
La7 Rem
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Re#m Sib7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Re#m
di questa mia canzon che sa di pianto
Sib7
e che ricorda un baldo giovin forte
Re#m
che per amor di voi sfidò la morte.
Sol#m Re#m
A te, Caserio, ardea nella pupilla
Sib7 Re#m
de le vendette umane la scintilla,
Sol#m Re#m
ed alla plebe che lavora e geme
Sib7 Re#m
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Mim Si7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Mim
di questa mia canzon che sa di pianto
Si7
e che ricorda un baldo giovin forte
Mim
che per amor di voi sfidò la morte.
Lam Mim
A te, Caserio, ardea nella pupilla
Si7 Mim
de le vendette umane la scintilla,
Lam Mim
ed alla plebe che lavora e geme
Si7 Mim
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Fam Do7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Fam
di questa mia canzon che sa di pianto
Do7
e che ricorda un baldo giovin forte
Fam
che per amor di voi sfidò la morte.
Sibm Fam
A te, Caserio, ardea nella pupilla
Do7 Fam
de le vendette umane la scintilla,
Sibm Fam
ed alla plebe che lavora e geme
Do7 Fam
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Fa#m Do#7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Fa#m
di questa mia canzon che sa di pianto
Do#7
e che ricorda un baldo giovin forte
Fa#m
che per amor di voi sfidò la morte.
Sim Fa#m
A te, Caserio, ardea nella pupilla
Do#7 Fa#m
de le vendette umane la scintilla,
Sim Fa#m
ed alla plebe che lavora e geme
Do#7 Fa#m
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Solm Re7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Solm
di questa mia canzon che sa di pianto
Re7
e che ricorda un baldo giovin forte
Solm
che per amor di voi sfidò la morte.
Dom Solm
A te, Caserio, ardea nella pupilla
Re7 Solm
de le vendette umane la scintilla,
Dom Solm
ed alla plebe che lavora e geme
Re7 Solm
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Sol#m Re#7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Sol#m
di questa mia canzon che sa di pianto
Re#7
e che ricorda un baldo giovin forte
Sol#m
che per amor di voi sfidò la morte.
Do#m Sol#m
A te, Caserio, ardea nella pupilla
Re#7 Sol#m
de le vendette umane la scintilla,
Do#m Sol#m
ed alla plebe che lavora e geme
Re#7 Sol#m
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Lam Mi7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Lam
di questa mia canzon che sa di pianto
Mi7
e che ricorda un baldo giovin forte
Lam
che per amor di voi sfidò la morte.
Rem Lam
A te, Caserio, ardea nella pupilla
Mi7 Lam
de le vendette umane la scintilla,
Rem Lam
ed alla plebe che lavora e geme
Mi7 Lam
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
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che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Sibm Fa7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Sibm
di questa mia canzon che sa di pianto
Fa7
e che ricorda un baldo giovin forte
Sibm
che per amor di voi sfidò la morte.
Mibm Sibm
A te, Caserio, ardea nella pupilla
Fa7 Sibm
de le vendette umane la scintilla,
Mibm Sibm
ed alla plebe che lavora e geme
Fa7 Sibm
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Sim Fa#7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Sim
di questa mia canzon che sa di pianto
Fa#7
e che ricorda un baldo giovin forte
Sim
che per amor di voi sfidò la morte.
Mim Sim
A te, Caserio, ardea nella pupilla
Fa#7 Sim
de le vendette umane la scintilla,
Mim Sim
ed alla plebe che lavora e geme
Fa#7 Sim
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva ilsole;
il popolo tiranni più non vuole.
Informazioni
Musica forse di A. Capponi. Sante Caserio fu ghigliottinato a Lione per aver pugnalato Sadi Carnot, presidente della repubblica francese. Anche nota come Canto a Caserio
Fonte
Vettori Giuseppe, Canzoni italiane di protesta 1794 - 1974, Roma, Newton Compton, 1975
Scheda del canto
Autori testo
Lingua
Inserito da
ilDeposito
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