Licenziamo i padroni

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E’ cominciata coi cotonifici perchè Felice gli ha tolto il lavoro con gli operai costretti alla fame, e giù nel Libano l’han fatto scappar. “Cari padroni dovete sapere che i proletari sono sempre in crisi, per questo noi non veniamo a trattare e cominciamo con l’occupazion”. De Quarti Paolo, un altro ladrone La Magnadyne mandava in rovina, la Duco e Nobel han chiuso i battenti, Nenni Pietro fregò la Fichet. E tutti quelli che hanno tradito, tutti per nome noi conosciamo: sono quei fessi che tregue han firmato e che le lotte volevan castrar. E tutti quelli che hanno creduto ai burocrati e ai rinnegati sono rimasti sempre fregati e han capito: non bisogna pregar! Ma gli operai continuan la lotta perchè insieme ci sono i compagni, tutta la Valle è solidale, le altre fabbriche si uniscono già. Anche la Eti è uguale a Riva perchè i padroni son tutti dei ladri; ma questa volta qualcosa è cambiato la lotta dura comincia a marciar! Lungo i binari, lungo le strade gli operai conferman la forza e il padrone ha ancor più paura: capi e krumiri fa galoppar... Sant’Antonino quel nove febbraio i proletari han preso le strade, bandiere rosse in testa al corteo ed il padrone incomincia a tremar. In quella lotta eravamo in tanti, la polizia che serve i padroni con la violenza voleva fermarci e le denunce fece fioccar... “Amici cari venite a trattare la stessa barca dobbiamo remare, perchè la crisi ci rende fratelli e tutti insieme dobbiamo pagare”:
Informazioni
Questa ballata dei cotonifici fu composta nel corso delle lotte popolari in Valle di Susa negli anni '70. Si fa riferimento allo sciopero generale di valle del 9/2/1971, giorno in cui si bloccarono le statali; il 7/4/71 in un'altra giornata di lotta vennero invasi i binari alla stazione di Sant'Antonino di Susa; il 5/5/71 gli operai occuparono il cotonificio di Sant'Antonino. Un anno dopo scattarono gli arresti di operai e studenti. Il testo di questa canzone venne composto da tre di loro (Enzo De Bernardi, Ernesto Meyer, Gigi Richetto, sull’aria di “O cara moglie”) e venne cantato per la prima volta da Fausto Amodei.
Fonte
Maria Rollero
Scheda del canto
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ilDeposito

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