Lettera a Michele

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Mio caro Michele, ricordi la lotta, le grida infuocate? " La fabbrica è nostra, così è la città, è nostra la vita! "; ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l'errore e dici convinto: " Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo "; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l'errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L'errore che ormai possiamo vedere, l'errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po' personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Dom Fam Mio caro Michele, ricordi la lotta, Sib Dom le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, Fam7 Sol così è la città, è nostra la vita!”; Dom ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l’errore e dici convinto: “ Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo ”; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l’errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L’errore che ormai possiamo vedere, l’errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Do#m Fa#m Mio caro Michele, ricordi la lotta, Si Do#m le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, Fa#m7 Sol# così è la città, è nostra la vita!”; Do#m ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l’errore e dici convinto: “ Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo ”; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l’errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L’errore che ormai possiamo vedere, l’errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Rem Solm Mio caro Michele, ricordi la lotta, Do Rem le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, Solm7 La così è la città, è nostra la vita!”; Rem ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l’errore e dici convinto: “ Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo ”; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l’errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L’errore che ormai possiamo vedere, l’errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Re#m Sol#m Mio caro Michele, ricordi la lotta, Do# Re#m le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, Sol#m7 Sib così è la città, è nostra la vita!”; Re#m ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l’errore e dici convinto: “ Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo ”; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l’errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L’errore che ormai possiamo vedere, l’errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Mim Lam Mio caro Michele, ricordi la lotta, Re Mim le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, Lam7 Si così è la città, è nostra la vita!”; Mim ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l’errore e dici convinto: “ Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo ”; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l’errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L’errore che ormai possiamo vedere, l’errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Fam Sibm Mio caro Michele, ricordi la lotta, Mib Fam le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, Sibm7 Do così è la città, è nostra la vita!”; Fam ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l’errore e dici convinto: “ Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo ”; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l’errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L’errore che ormai possiamo vedere, l’errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Fa#m Sim Mio caro Michele, ricordi la lotta, Mi Fa#m le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, Sim7 Do# così è la città, è nostra la vita!”; Fa#m ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l’errore e dici convinto: “ Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo ”; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l’errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L’errore che ormai possiamo vedere, l’errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Solm Dom Mio caro Michele, ricordi la lotta, Fa Solm le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, Dom7 Re così è la città, è nostra la vita!”; Solm ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l’errore e dici convinto: “ Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo ”; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l’errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L’errore che ormai possiamo vedere, l’errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Sol#m Do#m Mio caro Michele, ricordi la lotta, Fa# Sol#m le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, Do#m7 Re# così è la città, è nostra la vita!”; Sol#m ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l’errore e dici convinto: “ Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo ”; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l’errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L’errore che ormai possiamo vedere, l’errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Lam Rem Mio caro Michele, ricordi la lotta, Sol Lam le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, Rem7 Mi così è la città, è nostra la vita!”; Lam ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l’errore e dici convinto: “ Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo ”; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l’errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L’errore che ormai possiamo vedere, l’errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Sibm Mibm Mio caro Michele, ricordi la lotta, Lab Sibm le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, Mibm7 Fa così è la città, è nostra la vita!”; Sibm ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l’errore e dici convinto: “ Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo ”; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l’errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L’errore che ormai possiamo vedere, l’errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Sim Mim Mio caro Michele, ricordi la lotta, La Sim le grida infuocate? “La fabbrica è nostra, Mim7 Fa# così è la città, è nostra la vita!”; Sim ma poi qualcosa è cambiato, Michele. E dopo la lotta, ricordi Michele? con giusta premura si fecero i quadri del nuovo partito, e il termine nuovo non fu così nuovo, non troppo, Michele. Mio caro Michele, nel nuovo partito la nuova avanguardia di fatto sono io: ti dò la teoria e la strategia; non è presunzione, Michele, ma è mia. Mio caro Michele, qui scopri l’errore e dici convinto: “ Se non sono io, da oggi in eterno, per scelta di classe, la vera avanguardia, può tutto avvenire. Può tutto avvenire, magari il partito, magari il potere, ma ciò che non viene, che non può venire, sarà il Comunismo ”; tu questo per oggi hai capito, Michele. E allora, Michele, rifammi compagno e uniti e insieme lottiamo l’errore: per essere nuovi, per esser diversi e comunisti da oggi, Michele. Da oggi sappiamo che questo programma avrà tempi lunghi, e non si farà se chi è compagno non imparerà a vivere da compagno, Michele. Pigliarsi la fabbrica e poi la città, far nostra la vita, vuoi dire imparare da oggi tra noi il nuovo rispetto, il solo rispetto che è comunista. E questo rispetto fra liberi e uguali non è un merletto o un fatto formale: è violenza di classe, rifiuto totale del vecchio errore nascosto tra noi. L’errore che ormai possiamo vedere, l’errore del tuo, del mio potere, di ogni potere un po’ personale... per oggi è tutto; avanti, Michele.
Fonte

AA.VV., Avanti popolo - Due secoli di popolari e di protesta civile, Roma, Ricordi, 1998

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