Lamento del carbonaro

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Dom Vita tremenda e vita disperata Sol7 chi un l'ha provato un lo po' immaginare Dom credo all'inferno un'anima dannata Sol7 Dom che così tanto possi tribolare quant'è lo spasimo e i' dolore Sol7 Dom quella del carbonaro il tagliatore. Parti da casa ha poco lieto il core si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore e i figli scarzi e 'gnudi come ragni dicendogli: se giova el mio sudore ho la speranza farli bon guadagni soccorso vi darò come vedrete vi comprerò le scarpe e mangerete Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione si va in Corsica in Sardegna fino a Riete si va a seconda le combinazione credessimo trovare maggior fortuna s'anderebbe nel mondo della luna. In secca in una foresta alta e dura gli par d'aver trovato un gran tesoro l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro e lì chi di una parte alcuna forman la cella per il suo demoro la fabbrica con legna terra zolle e sassi pare proprio i'rricovero de' tassi. Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino pure'n di cacio un se doventa grassi per risparmiar se ne mangia pochino otto mesi si dorme sotto le oscure zolle col capo in terra come le cipolle. Vi posso dire sopra quel terreno ci siamo tanti assoma a lavorare ci volesse due lire e non di meno una e ottanta ce lo fan bastare. Ci danno la farina a caro prezzo cinquanta lire la fanno i' quintale puzza di riscaldato e sa di lezzo sarebbe roba da darsi al maiale. Bisogna tace e non c'è via di mezzo tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati si passa da 'gnoranti e da sfacciati. 'Un se lo rammentan più quegli esaltati che si mangiava il pane a pari eguale ora che a mangià 'l pan si son trovati son quelli che si fanno tanto male tra il capo macchia ministri fattori e dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Ora ch'a' conti ci siamo arrivati là giò 'l ministro li ha già sistemati. Ci consegnano biglietti sigillati par che d'aprirgli a lor molto gli prema quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema tutt'a utile suo la somma tira lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. Quello che gli rispondo a piena ira Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato più s'arrabbia più s'infama più s'adira dicendo: È troppo quello che ti ho dato se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Pensate un po': essere stati otto mesi schiavi pensate un po' come taglian la giubba in centonovantanove tutti ladri fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.
Do#m Vita tremenda e vita disperata Sol#7 chi un l'ha provato un lo po' immaginare Do#m credo all'inferno un'anima dannata Sol#7Do#m che così tanto possi tribolare quant'è lo spasimo e i' dolore Sol#7 Do#m quella del carbonaro il tagliatore. Parti da casa ha poco lieto il core si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore e i figli scarzi e 'gnudi come ragni dicendogli: se giova el mio sudore ho la speranza farli bon guadagni soccorso vi darò come vedrete vi comprerò le scarpe e mangerete Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione si va in Corsica in Sardegna fino a Riete si va a seconda le combinazione credessimo trovare maggior fortuna s'anderebbe nel mondo della luna. In secca in una foresta alta e dura gli par d'aver trovato un gran tesoro l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro e lì chi di una parte alcuna forman la cella per il suo demoro la fabbrica con legna terra zolle e sassi pare proprio i'rricovero de' tassi. Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino pure'n di cacio un se doventa grassi per risparmiar se ne mangia pochino otto mesi si dorme sotto le oscure zolle col capo in terra come le cipolle. Vi posso dire sopra quel terreno ci siamo tanti assoma a lavorare ci volesse due lire e non di meno una e ottanta ce lo fan bastare. Ci danno la farina a caro prezzo cinquanta lire la fanno i' quintale puzza di riscaldato e sa di lezzo sarebbe roba da darsi al maiale. Bisogna tace e non c'è via di mezzo tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati si passa da 'gnoranti e da sfacciati. 'Un se lo rammentan più quegli esaltati che si mangiava il pane a pari eguale ora che a mangià 'l pan si son trovati son quelli che si fanno tanto male tra il capo macchia ministri fattori e dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Ora ch'a' conti ci siamo arrivati là giò 'l ministro li ha già sistemati. Ci consegnano biglietti sigillati par che d'aprirgli a lor molto gli prema quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema tutt'a utile suo la somma tira lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. Quello che gli rispondo a piena ira Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato più s'arrabbia più s'infama più s'adira dicendo: È troppo quello che ti ho dato se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Pensate un po': essere stati otto mesi schiavi pensate un po' come taglian la giubba in centonovantanove tutti ladri fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.
Rem Vita tremenda e vita disperata La7 chi un l'ha provato un lo po' immaginare Rem credo all'inferno un'anima dannata La7 Rem che così tanto possi tribolare quant'è lo spasimo e i' dolore La7 Rem quella del carbonaro il tagliatore. Parti da casa ha poco lieto il core si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore e i figli scarzi e 'gnudi come ragni dicendogli: se giova el mio sudore ho la speranza farli bon guadagni soccorso vi darò come vedrete vi comprerò le scarpe e mangerete Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione si va in Corsica in Sardegna fino a Riete si va a seconda le combinazione credessimo trovare maggior fortuna s'anderebbe nel mondo della luna. In secca in una foresta alta e dura gli par d'aver trovato un gran tesoro l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro e lì chi di una parte alcuna forman la cella per il suo demoro la fabbrica con legna terra zolle e sassi pare proprio i'rricovero de' tassi. Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino pure'n di cacio un se doventa grassi per risparmiar se ne mangia pochino otto mesi si dorme sotto le oscure zolle col capo in terra come le cipolle. Vi posso dire sopra quel terreno ci siamo tanti assoma a lavorare ci volesse due lire e non di meno una e ottanta ce lo fan bastare. Ci danno la farina a caro prezzo cinquanta lire la fanno i' quintale puzza di riscaldato e sa di lezzo sarebbe roba da darsi al maiale. Bisogna tace e non c'è via di mezzo tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati si passa da 'gnoranti e da sfacciati. 'Un se lo rammentan più quegli esaltati che si mangiava il pane a pari eguale ora che a mangià 'l pan si son trovati son quelli che si fanno tanto male tra il capo macchia ministri fattori e dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Ora ch'a' conti ci siamo arrivati là giò 'l ministro li ha già sistemati. Ci consegnano biglietti sigillati par che d'aprirgli a lor molto gli prema quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema tutt'a utile suo la somma tira lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. Quello che gli rispondo a piena ira Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato più s'arrabbia più s'infama più s'adira dicendo: È troppo quello che ti ho dato se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Pensate un po': essere stati otto mesi schiavi pensate un po' come taglian la giubba in centonovantanove tutti ladri fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.
Re#m Vita tremenda e vita disperata Sib7 chi un l'ha provato un lo po' immaginare Re#m credo all'inferno un'anima dannata Sib7 Re#m che così tanto possi tribolare quant'è lo spasimo e i' dolore Sib7 Re#m quella del carbonaro il tagliatore. Parti da casa ha poco lieto il core si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore e i figli scarzi e 'gnudi come ragni dicendogli: se giova el mio sudore ho la speranza farli bon guadagni soccorso vi darò come vedrete vi comprerò le scarpe e mangerete Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione si va in Corsica in Sardegna fino a Riete si va a seconda le combinazione credessimo trovare maggior fortuna s'anderebbe nel mondo della luna. In secca in una foresta alta e dura gli par d'aver trovato un gran tesoro l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro e lì chi di una parte alcuna forman la cella per il suo demoro la fabbrica con legna terra zolle e sassi pare proprio i'rricovero de' tassi. Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino pure'n di cacio un se doventa grassi per risparmiar se ne mangia pochino otto mesi si dorme sotto le oscure zolle col capo in terra come le cipolle. Vi posso dire sopra quel terreno ci siamo tanti assoma a lavorare ci volesse due lire e non di meno una e ottanta ce lo fan bastare. Ci danno la farina a caro prezzo cinquanta lire la fanno i' quintale puzza di riscaldato e sa di lezzo sarebbe roba da darsi al maiale. Bisogna tace e non c'è via di mezzo tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati si passa da 'gnoranti e da sfacciati. 'Un se lo rammentan più quegli esaltati che si mangiava il pane a pari eguale ora che a mangià 'l pan si son trovati son quelli che si fanno tanto male tra il capo macchia ministri fattori e dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Ora ch'a' conti ci siamo arrivati là giò 'l ministro li ha già sistemati. Ci consegnano biglietti sigillati par che d'aprirgli a lor molto gli prema quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema tutt'a utile suo la somma tira lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. Quello che gli rispondo a piena ira Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato più s'arrabbia più s'infama più s'adira dicendo: È troppo quello che ti ho dato se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Pensate un po': essere stati otto mesi schiavi pensate un po' come taglian la giubba in centonovantanove tutti ladri fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.
Mim Vita tremenda e vita disperata Si7 chi un l'ha provato un lo po' immaginare Mim credo all'inferno un'anima dannata Si7 Mim che così tanto possi tribolare quant'è lo spasimo e i' dolore Si7 Mim quella del carbonaro il tagliatore. Parti da casa ha poco lieto il core si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore e i figli scarzi e 'gnudi come ragni dicendogli: se giova el mio sudore ho la speranza farli bon guadagni soccorso vi darò come vedrete vi comprerò le scarpe e mangerete Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione si va in Corsica in Sardegna fino a Riete si va a seconda le combinazione credessimo trovare maggior fortuna s'anderebbe nel mondo della luna. In secca in una foresta alta e dura gli par d'aver trovato un gran tesoro l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro e lì chi di una parte alcuna forman la cella per il suo demoro la fabbrica con legna terra zolle e sassi pare proprio i'rricovero de' tassi. Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino pure'n di cacio un se doventa grassi per risparmiar se ne mangia pochino otto mesi si dorme sotto le oscure zolle col capo in terra come le cipolle. Vi posso dire sopra quel terreno ci siamo tanti assoma a lavorare ci volesse due lire e non di meno una e ottanta ce lo fan bastare. Ci danno la farina a caro prezzo cinquanta lire la fanno i' quintale puzza di riscaldato e sa di lezzo sarebbe roba da darsi al maiale. Bisogna tace e non c'è via di mezzo tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati si passa da 'gnoranti e da sfacciati. 'Un se lo rammentan più quegli esaltati che si mangiava il pane a pari eguale ora che a mangià 'l pan si son trovati son quelli che si fanno tanto male tra il capo macchia ministri fattori e dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Ora ch'a' conti ci siamo arrivati là giò 'l ministro li ha già sistemati. Ci consegnano biglietti sigillati par che d'aprirgli a lor molto gli prema quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema tutt'a utile suo la somma tira lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. Quello che gli rispondo a piena ira Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato più s'arrabbia più s'infama più s'adira dicendo: È troppo quello che ti ho dato se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Pensate un po': essere stati otto mesi schiavi pensate un po' come taglian la giubba in centonovantanove tutti ladri fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.
Fam Vita tremenda e vita disperata Do7 chi un l'ha provato un lo po' immaginare Fam credo all'inferno un'anima dannata Do7 Fam che così tanto possi tribolare quant'è lo spasimo e i' dolore Do7 Fam quella del carbonaro il tagliatore. Parti da casa ha poco lieto il core si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore e i figli scarzi e 'gnudi come ragni dicendogli: se giova el mio sudore ho la speranza farli bon guadagni soccorso vi darò come vedrete vi comprerò le scarpe e mangerete Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione si va in Corsica in Sardegna fino a Riete si va a seconda le combinazione credessimo trovare maggior fortuna s'anderebbe nel mondo della luna. In secca in una foresta alta e dura gli par d'aver trovato un gran tesoro l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro e lì chi di una parte alcuna forman la cella per il suo demoro la fabbrica con legna terra zolle e sassi pare proprio i'rricovero de' tassi. Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino pure'n di cacio un se doventa grassi per risparmiar se ne mangia pochino otto mesi si dorme sotto le oscure zolle col capo in terra come le cipolle. Vi posso dire sopra quel terreno ci siamo tanti assoma a lavorare ci volesse due lire e non di meno una e ottanta ce lo fan bastare. Ci danno la farina a caro prezzo cinquanta lire la fanno i' quintale puzza di riscaldato e sa di lezzo sarebbe roba da darsi al maiale. Bisogna tace e non c'è via di mezzo tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati si passa da 'gnoranti e da sfacciati. 'Un se lo rammentan più quegli esaltati che si mangiava il pane a pari eguale ora che a mangià 'l pan si son trovati son quelli che si fanno tanto male tra il capo macchia ministri fattori e dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Ora ch'a' conti ci siamo arrivati là giò 'l ministro li ha già sistemati. Ci consegnano biglietti sigillati par che d'aprirgli a lor molto gli prema quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema tutt'a utile suo la somma tira lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. Quello che gli rispondo a piena ira Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato più s'arrabbia più s'infama più s'adira dicendo: È troppo quello che ti ho dato se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Pensate un po': essere stati otto mesi schiavi pensate un po' come taglian la giubba in centonovantanove tutti ladri fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.
Fa#m Vita tremenda e vita disperata Do#7 chi un l'ha provato un lo po' immaginare Fa#m credo all'inferno un'anima dannata Do#7 Fa#m che così tanto possi tribolare quant'è lo spasimo e i' dolore Do#7 Fa#m quella del carbonaro il tagliatore. Parti da casa ha poco lieto il core si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore e i figli scarzi e 'gnudi come ragni dicendogli: se giova el mio sudore ho la speranza farli bon guadagni soccorso vi darò come vedrete vi comprerò le scarpe e mangerete Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione si va in Corsica in Sardegna fino a Riete si va a seconda le combinazione credessimo trovare maggior fortuna s'anderebbe nel mondo della luna. In secca in una foresta alta e dura gli par d'aver trovato un gran tesoro l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro e lì chi di una parte alcuna forman la cella per il suo demoro la fabbrica con legna terra zolle e sassi pare proprio i'rricovero de' tassi. Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino pure'n di cacio un se doventa grassi per risparmiar se ne mangia pochino otto mesi si dorme sotto le oscure zolle col capo in terra come le cipolle. Vi posso dire sopra quel terreno ci siamo tanti assoma a lavorare ci volesse due lire e non di meno una e ottanta ce lo fan bastare. Ci danno la farina a caro prezzo cinquanta lire la fanno i' quintale puzza di riscaldato e sa di lezzo sarebbe roba da darsi al maiale. Bisogna tace e non c'è via di mezzo tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati si passa da 'gnoranti e da sfacciati. 'Un se lo rammentan più quegli esaltati che si mangiava il pane a pari eguale ora che a mangià 'l pan si son trovati son quelli che si fanno tanto male tra il capo macchia ministri fattori e dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Ora ch'a' conti ci siamo arrivati là giò 'l ministro li ha già sistemati. Ci consegnano biglietti sigillati par che d'aprirgli a lor molto gli prema quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema tutt'a utile suo la somma tira lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. Quello che gli rispondo a piena ira Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato più s'arrabbia più s'infama più s'adira dicendo: È troppo quello che ti ho dato se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Pensate un po': essere stati otto mesi schiavi pensate un po' come taglian la giubba in centonovantanove tutti ladri fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.
Solm Vita tremenda e vita disperata Re7 chi un l'ha provato un lo po' immaginare Solm credo all'inferno un'anima dannata Re7 Solm che così tanto possi tribolare quant'è lo spasimo e i' dolore Re7 Solm quella del carbonaro il tagliatore. Parti da casa ha poco lieto il core si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore e i figli scarzi e 'gnudi come ragni dicendogli: se giova el mio sudore ho la speranza farli bon guadagni soccorso vi darò come vedrete vi comprerò le scarpe e mangerete Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione si va in Corsica in Sardegna fino a Riete si va a seconda le combinazione credessimo trovare maggior fortuna s'anderebbe nel mondo della luna. In secca in una foresta alta e dura gli par d'aver trovato un gran tesoro l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro e lì chi di una parte alcuna forman la cella per il suo demoro la fabbrica con legna terra zolle e sassi pare proprio i'rricovero de' tassi. Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino pure'n di cacio un se doventa grassi per risparmiar se ne mangia pochino otto mesi si dorme sotto le oscure zolle col capo in terra come le cipolle. Vi posso dire sopra quel terreno ci siamo tanti assoma a lavorare ci volesse due lire e non di meno una e ottanta ce lo fan bastare. Ci danno la farina a caro prezzo cinquanta lire la fanno i' quintale puzza di riscaldato e sa di lezzo sarebbe roba da darsi al maiale. Bisogna tace e non c'è via di mezzo tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati si passa da 'gnoranti e da sfacciati. 'Un se lo rammentan più quegli esaltati che si mangiava il pane a pari eguale ora che a mangià 'l pan si son trovati son quelli che si fanno tanto male tra il capo macchia ministri fattori e dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Ora ch'a' conti ci siamo arrivati là giò 'l ministro li ha già sistemati. Ci consegnano biglietti sigillati par che d'aprirgli a lor molto gli prema quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema tutt'a utile suo la somma tira lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. Quello che gli rispondo a piena ira Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato più s'arrabbia più s'infama più s'adira dicendo: È troppo quello che ti ho dato se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Pensate un po': essere stati otto mesi schiavi pensate un po' come taglian la giubba in centonovantanove tutti ladri fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.
Sol#m Vita tremenda e vita disperata Re#7 chi un l'ha provato un lo po' immaginare Sol#m credo all'inferno un'anima dannata Re#7 Sol#m che così tanto possi tribolare quant'è lo spasimo e i' dolore Re#7 Sol#m quella del carbonaro il tagliatore. Parti da casa ha poco lieto il core si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore e i figli scarzi e 'gnudi come ragni dicendogli: se giova el mio sudore ho la speranza farli bon guadagni soccorso vi darò come vedrete vi comprerò le scarpe e mangerete Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione si va in Corsica in Sardegna fino a Riete si va a seconda le combinazione credessimo trovare maggior fortuna s'anderebbe nel mondo della luna. In secca in una foresta alta e dura gli par d'aver trovato un gran tesoro l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro e lì chi di una parte alcuna forman la cella per il suo demoro la fabbrica con legna terra zolle e sassi pare proprio i'rricovero de' tassi. Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino pure'n di cacio un se doventa grassi per risparmiar se ne mangia pochino otto mesi si dorme sotto le oscure zolle col capo in terra come le cipolle. Vi posso dire sopra quel terreno ci siamo tanti assoma a lavorare ci volesse due lire e non di meno una e ottanta ce lo fan bastare. Ci danno la farina a caro prezzo cinquanta lire la fanno i' quintale puzza di riscaldato e sa di lezzo sarebbe roba da darsi al maiale. Bisogna tace e non c'è via di mezzo tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati si passa da 'gnoranti e da sfacciati. 'Un se lo rammentan più quegli esaltati che si mangiava il pane a pari eguale ora che a mangià 'l pan si son trovati son quelli che si fanno tanto male tra il capo macchia ministri fattori e dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Ora ch'a' conti ci siamo arrivati là giò 'l ministro li ha già sistemati. Ci consegnano biglietti sigillati par che d'aprirgli a lor molto gli prema quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema tutt'a utile suo la somma tira lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. Quello che gli rispondo a piena ira Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato più s'arrabbia più s'infama più s'adira dicendo: È troppo quello che ti ho dato se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Pensate un po': essere stati otto mesi schiavi pensate un po' come taglian la giubba in centonovantanove tutti ladri fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.
Lam Vita tremenda e vita disperata Mi7 chi un l'ha provato un lo po' immaginare Lam credo all'inferno un'anima dannata Mi7 Lam che così tanto possi tribolare quant'è lo spasimo e i' dolore Mi7 Lam quella del carbonaro il tagliatore. Parti da casa ha poco lieto il core si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore e i figli scarzi e 'gnudi come ragni dicendogli: se giova el mio sudore ho la speranza farli bon guadagni soccorso vi darò come vedrete vi comprerò le scarpe e mangerete Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione si va in Corsica in Sardegna fino a Riete si va a seconda le combinazione credessimo trovare maggior fortuna s'anderebbe nel mondo della luna. In secca in una foresta alta e dura gli par d'aver trovato un gran tesoro l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro e lì chi di una parte alcuna forman la cella per il suo demoro la fabbrica con legna terra zolle e sassi pare proprio i'rricovero de' tassi. Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino pure'n di cacio un se doventa grassi per risparmiar se ne mangia pochino otto mesi si dorme sotto le oscure zolle col capo in terra come le cipolle. Vi posso dire sopra quel terreno ci siamo tanti assoma a lavorare ci volesse due lire e non di meno una e ottanta ce lo fan bastare. Ci danno la farina a caro prezzo cinquanta lire la fanno i' quintale puzza di riscaldato e sa di lezzo sarebbe roba da darsi al maiale. Bisogna tace e non c'è via di mezzo tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati si passa da 'gnoranti e da sfacciati. 'Un se lo rammentan più quegli esaltati che si mangiava il pane a pari eguale ora che a mangià 'l pan si son trovati son quelli che si fanno tanto male tra il capo macchia ministri fattori e dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Ora ch'a' conti ci siamo arrivati là giò 'l ministro li ha già sistemati. Ci consegnano biglietti sigillati par che d'aprirgli a lor molto gli prema quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema tutt'a utile suo la somma tira lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. Quello che gli rispondo a piena ira Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato più s'arrabbia più s'infama più s'adira dicendo: È troppo quello che ti ho dato se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Pensate un po': essere stati otto mesi schiavi pensate un po' come taglian la giubba in centonovantanove tutti ladri fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.
Sibm Vita tremenda e vita disperata Fa7 chi un l'ha provato un lo po' immaginare Sibm credo all'inferno un'anima dannata Fa7 Sibm che così tanto possi tribolare quant'è lo spasimo e i' dolore Fa7 Sibm quella del carbonaro il tagliatore. Parti da casa ha poco lieto il core si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore e i figli scarzi e 'gnudi come ragni dicendogli: se giova el mio sudore ho la speranza farli bon guadagni soccorso vi darò come vedrete vi comprerò le scarpe e mangerete Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione si va in Corsica in Sardegna fino a Riete si va a seconda le combinazione credessimo trovare maggior fortuna s'anderebbe nel mondo della luna. In secca in una foresta alta e dura gli par d'aver trovato un gran tesoro l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro e lì chi di una parte alcuna forman la cella per il suo demoro la fabbrica con legna terra zolle e sassi pare proprio i'rricovero de' tassi. Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino pure'n di cacio un se doventa grassi per risparmiar se ne mangia pochino otto mesi si dorme sotto le oscure zolle col capo in terra come le cipolle. Vi posso dire sopra quel terreno ci siamo tanti assoma a lavorare ci volesse due lire e non di meno una e ottanta ce lo fan bastare. Ci danno la farina a caro prezzo cinquanta lire la fanno i' quintale puzza di riscaldato e sa di lezzo sarebbe roba da darsi al maiale. Bisogna tace e non c'è via di mezzo tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati si passa da 'gnoranti e da sfacciati. 'Un se lo rammentan più quegli esaltati che si mangiava il pane a pari eguale ora che a mangià 'l pan si son trovati son quelli che si fanno tanto male tra il capo macchia ministri fattori e dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Ora ch'a' conti ci siamo arrivati là giò 'l ministro li ha già sistemati. Ci consegnano biglietti sigillati par che d'aprirgli a lor molto gli prema quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema tutt'a utile suo la somma tira lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. Quello che gli rispondo a piena ira Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato più s'arrabbia più s'infama più s'adira dicendo: È troppo quello che ti ho dato se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Pensate un po': essere stati otto mesi schiavi pensate un po' come taglian la giubba in centonovantanove tutti ladri fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.
Sim Vita tremenda e vita disperata Fa#7 chi un l'ha provato un lo po' immaginare Sim credo all'inferno un'anima dannata Fa#7 Sim che così tanto possi tribolare quant'è lo spasimo e i' dolore Fa#7 Sim quella del carbonaro il tagliatore. Parti da casa ha poco lieto il core si riunisce assoma a diversi compagni lascia la moglie immersa in un dolore e i figli scarzi e 'gnudi come ragni dicendogli: se giova el mio sudore ho la speranza farli bon guadagni soccorso vi darò come vedrete vi comprerò le scarpe e mangerete Le speranzi son boni capirete perché il padron ci fa bon promessione si va in Corsica in Sardegna fino a Riete si va a seconda le combinazione credessimo trovare maggior fortuna s'anderebbe nel mondo della luna. In secca in una foresta alta e dura gli par d'aver trovato un gran tesoro l'è lì che tutt'insieme ci si adduna possibilmente ne'ccentro di'llavoro e lì chi di una parte alcuna forman la cella per il suo demoro la fabbrica con legna terra zolle e sassi pare proprio i'rricovero de' tassi. Otto mesi bisogna coricarsi nutrendosi di un cibo più meschino pure'n di cacio un se doventa grassi per risparmiar se ne mangia pochino otto mesi si dorme sotto le oscure zolle col capo in terra come le cipolle. Vi posso dire sopra quel terreno ci siamo tanti assoma a lavorare ci volesse due lire e non di meno una e ottanta ce lo fan bastare. Ci danno la farina a caro prezzo cinquanta lire la fanno i' quintale puzza di riscaldato e sa di lezzo sarebbe roba da darsi al maiale. Bisogna tace e non c'è via di mezzo tanto se si reclama è sempre uguale se da qualcuno siamo ascoltati si passa da 'gnoranti e da sfacciati. 'Un se lo rammentan più quegli esaltati che si mangiava il pane a pari eguale ora che a mangià 'l pan si son trovati son quelli che si fanno tanto male tra il capo macchia ministri fattori e dispensieri son quelli che ci mettono i pensieri. Ora ch'a' conti ci siamo arrivati là giò 'l ministro li ha già sistemati. Ci consegnano biglietti sigillati par che d'aprirgli a lor molto gli prema quando che gli hanno letti esaminati quello che gli par troppo ce lo scema tutt'a utile suo la somma tira lo chiude 'l conto e 'l povero sospira. Quello che gli rispondo a piena ira Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato più s'arrabbia più s'infama più s'adira dicendo: È troppo quello che ti ho dato se stavi più accorto e lavoravi di certo che di più tu guadagnavi Pensate un po': essere stati otto mesi schiavi pensate un po' come taglian la giubba in centonovantanove tutti ladri fanno a gara tra loro a chi più rubba Ritorno a casa stracanato e scotto senza quattrini e con la febbre addosso.
Informazioni

Reg. di Caterina Bueno, Tirli, Grosseto, 1965, inf. Domenico Bartoletti.

Fonte

Bueno Caterina, LP, Eran tre falciatori, Cetra Folk 18, 1973

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