La tresca nefanda

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La tresca nefanda del trono e l'altare vorrebbe schiacciare il popolo re. Ma il popolo è desto la trama sconfuse dell'orrido incesto e il trono crollò Disparve dei regi il fasto e l'orgoglio e cadde quel soglio che il popol non diè Il popol sovrano vuol capi, non prenci risiede in sua mano lo scettro dei re. Non siamo più gregge venduto ai regnanti. Uniti, costanti vogliam libertà!
Informazioni

Riportato da Pietro Martini "Diario livornese" ed. 1961, p.31, che ne dice "ecco spargersi la voce che il popolo genovese aveva fatto deporre le armi alle truppe regie... poi quella che il generale Lamarmora si preparava a bombardar Genova per rimettervi l'ordine. Tanto bastò per infiammare... gli esaltati,i quali tumultuatono...fino a recarsi al Consolato piemontese situato in via Ferdinanda n°34, e atterrato lo stemma reale, spezzarlo e bruciarlo". L'autore visse tutta la fase repubblicano-rivoluzionaria livornese della primavera 1849, fino alla difesa del 10-12 maggio, all'ingresso degli Austroungarici in città ed alle stragi successive. Si canta sull'aria di "O popolo re" e "Diceva un codino"

Fonte

Pardo Fornaciari

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