La mia cella

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La mia cella l'è un metro e quaranta Per due e sessanta, ci stiam dentro in tre; C'è soltanto una lampadina Di notte e di giorno la luce non c'é. Quando ho fame non mi danno niente, Soltanto le botte e l'acqua nemmen, M'hanno dato un libro da messa, E poi anche un prete mi vol confessare, Ma io non voglio, non voglio pregar. Ho capito che sono fregato, Che fra mezzora sarò fucilato, mezzora nemmen; Mamma, non piangere, son quasi contento, Mamma, ti giuro che non ho un lamento Sopra di me, sopra di me.
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Rielaborazione di Dario Fo di una lettera di un condannato a morte, fucilato a Roma

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