Il Canto della Pie(v)vecchia

Il Canto della Pie(v)vecchia

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Suonatori terra terra

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Dove la Sieve all’Arno dà la mano negli anni in cui il fascismo s’imponeva fu sferrato un attacco partigiano per prendere le armi a chi l’aveva le nascosero su’carri ‘n mezzo al fieno la brigata l’azione concludeva da Pievvecchia decisero passare a MontiGiovi voleano arrivare. Giugno che ci dona giornate tanto care della ginestra l’aria è profumata quel nero dì poteva risparmiare a quelle genti sorte così ‘ngrata o partigiano chi ti fe’ fermare a quella Piè di lecci circondata volevi salutare qualche amico davanti ti trovasti il tuo nemico. Di Cristo il corpo con la processione quel giorno la Pievvecchia festeggiava un carro all’osteria s’è fermato dei partigiani l’armi nascondeva. Un colpo all’improvviso vien sparato a tutti gela il sangue nelle vene e gli occhi van cercando più lontano dall’osteria di corsa Adolfo viene. Presto scappate fuggite, non state lì ad urlar la lepre dentro al sacco, non si può più salvar. È morto là un tedesco e un italiano coi partigiani si sono scontrati e dei tedeschi un altro è corso via di già li avrà avvisati i suoi soldati ci salvi ora la vergine Maria dalla vendetta dei nazifascisti le donne van dicendo in ogni casa che gli uomini gli stiano ben nascosti. Presto scappate fuggite... In un baleno la Pievvecchia è invasa cominciano i nazisti a rastrellare incendian le capanne ed i granai cercando i partigiani di stanare sì tanta gente ‘un s’era vista mai di Pontassieve c’eran gli sfollati e di cinquanta ne mettono al muro quattordici per esser fucilati… Ecco sono alla porta, bischero va ‘n cantina prendi la carabina e sta’ lì zitto! Io non vo’ sta lì sotto, te tu se’ tutta grulla perché ‘un n’ ho fatto nulla e nulla temo! Ora son qui che tremo, le spalle contro i’ muro ecco che portan Furio l’hanno preso. Sembrava fosse arreso, invece come un gatto veloce fa uno scatto ni’ pagliaio. Ora l’è in un bel guaio, l’han visto e gli dan’ foco strazianti di lì a poco son le grida… L’è una furia omicida, han preso anche i’ Rigacci che piglia e da du’ calci ad un tedesco. Pe’ i’ campo corre lesto, quello gli spara addosso lui casca giù ni’ fosso e lì è restato. “Ecco sono inciampato, non sento più sparare io resto ad aspettare in mezzo a i’ grano. Già sento da lontano, gli altri che stanno urlando li stanno fucilando uno ad uno”. Restano i corpi a terra finch’è scuro nessun li può toccar pena la morte ma a notte vanno a dare sepoltura tre uomini che sfidano la sorte. A Monte Giovi è notte di paura ma alcuni che sollevano la fronte salutan le famiglie e se ne vanno a unirsi ai partigiani là sul monte!
Informazioni
Scritto e musicato dai Suonatori Terra Terra per lo spettacolo “Dite: Giocondo Zappaterra” (2002), dedicato alla resistenza partigiana su Monte Giovi. La storia racconta l’eccidio della Pievecchia, piccola frazione di Pontassieve, avvenuto l'8 giugno 1944. L’aria del lamento (‘Ecco sono alla porta…’) è un tradizionale toscano.
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Suonatori Terra Terra
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