Foglie tremule
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Foglie portate dal vento
che incominciate a cader
nei cuori un po' di sgomento
voi ci infondete davver
Pensar ci fate all'inverno
che triste e duro sarà
e dure come all'inferno saran
le pene di noi partigian
Foglie tremule
restate su
se cadete, ahimé, voi
triste è la gioventù
Sole e luce
ci voglion qua
Ma se la nebbia ci copre
noi mesti pensiamo alle nostre città
Autunno diccelo ancora
che presto noi scenderem
verso la nostra dimora
e i bruti noi scaccerem
Pensar ci fate all'inverno
che triste e duro sarà
se in Alemania i tedeschi non van
scacciati da noi partigian
Foglie tremule
restate su
se cadete, ahimé, \ voi
triste è la gioventù
Per stroncare
quelle viltà
che quei tedeschi e fascisti
da vili egoisti consumano là
Informazioni
Raccolta dalla voce di Tullio Cammellini, operaio genovese, antifascista, cantastorie, famoso perché girava per i carugi con i volantini contro l'occupazione nascosti dentro la chitarra.
Scheda del canto
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Commenti
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ezio cuppone il 10/12/2014 - 23:14 ha scritto:
note: Walzer attribuito a Francesco Pini “Ulisse” vice comandante della brigata “Oreste” divisione “Pinan Cichero” Vi zona operativa Appennino Ligure Piemontese. Scritta nello stesso teatro di guerra dove era nata “ Siamo i ribelli della montagna” (Dalle belle città) anche questa canzone presenta le stesse caratteristiche di originalità. Le foglie sono l’elemento essenziale per nascondere “i fantasmi del bosco” cioè i partigiani. Questo canto è stato registrato da Pietro Porta e la voce è del partigiano Nearco, al secolo Carlo Rameri, deceduto nel giugno 2013. La registrazione di Porta è nel disco “Canzoni e Resistenza” del Consiglio Regionale del Piemonte. Atti del Convegno – Biella- ottobre 1998