Fiore rosso e fucile

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Fiore rosse e fucile: viva la libertà! Era il 25 aprile: si rifà la società! I padroni sono morti, i fascisti impiccati, la giustizia degli insorti, libertà per gli sfruttati. Proletari al potere, non c'è più la schiavitù, dalle fabbriche al quartiere non si servirà mai più.... Ho sognato per vent'anni e più quel 25 aprile ricordo della mia gioventù vissuta col fucile, finché dal popolo in servitù si leva un canto e va e riporta di quegli anni ancor la rossa libertà. Ma ci dissero al Partito: «Sotto con la produzione, il conflitto è ormai finito, non si fa rivoluzione». Cerimonie e deputati; a che serve aver lottato? il fascismo può parlare, "democratico" è lo stato. Son passati tanti anni: sfruttamento ed elezioni, due promesse, cento inganni, mentre vincono i padroni. Ho sognato... Ho sentito alzarsi un grido: "Si ritorna ad esser classe nelle piazze a centomila si ritrovano le masse. Sono giovani compagni, per spazzare via i fascisti, ci riportano ai vent'anni, siamo tutti comunisti. Sole rosso di mattina, pei padron non c'è domani: si farà LOTTA CONTINUA, siamo tutti partigiani. Ho sognato...
Fonte
Vettori Giuseppe, Canzoni italiane di protesta 1794 - 1974, Roma, Newton Compton, 1975
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