Da via Tibaldi

La storia cantata: Milano, lo sgombero di via Tibaldi (6 Giugno 1971)

Ti possono interessare anche..

Alla Camera è passata la riforma della casa! Finalmente colla lotta s'è ottenuto un po' qualcosa; e deve essere una legge veramente buona, sì: figuriamoci che al voto s'è astenuto anche il PCI, figuriamoci che al voto s'è astenuto anche il PCI! Martedì primo giugno centoventi proletari hanno preso possesso di due case popolari; popolari mica tanto, quasi lusso invece, sì anche se le han costruite quelli dell'IACP. Ecco dunque dove vanno i soldi dei lavoratori, o le case non le fanno o le fanno pei signori. Ma alla Camera è passata... Giovedì tre di giugno: le famiglie al Comune protestando hanno ottenuto qualche assicurazione. Gli hanno detto che al più presto si sarebbero riuniti per trovar la soluzione al problema dei baraccati. Soluzione che è arrivata la domenica mattina: tutti fuori sotto l'acqua, ché la polizia è vicina. Soluzione che è arrivata la domenica sul presto: per le donne e i bimbi il latte e per gli uomini [l'arresto. E intanto che infuriava l'acquazzone sotto quell'acqua stavan le persone; anche un bambino ch'è malato al cuore, costretto dai pulé, ci deve stare. E l'acqua cade per più di mezzora e restan quelle donne fuori ancora, e i loro figli imparan molto presto che sporco mondo sia per loro questo; e finalmente li fanno salire su un autobus e via li fanno andare, ma quel bambino ch'è malato al cuore troppo ha sofferto e nella notte muore. Ma non basta un bimbo morto alla furia criminale scatenata da coloro che non sanno che sfruttare. Gli sfrattati la dovranno ricordare quella notte, una notte di dolore, una notte d'aspre lotte. Verso sera sono andati tutti all'università, li hanno accolti gli studenti, li han sistemati là. Ma il questore si presenta quasi verso mezzanotte; "O si sgombran le famiglie o si prendon tante botte". Ma la gente si riunisce e decide di lottare, di resistere là dentro per non farsi sgomberare. Il questore si scatena, coi suoi mille poliziotti, ed appesta tutta l'aria con decine di candelotti. Un compagno ch'era dentro vien colpito, proprio mentre disperato resisteva, da una bomba al basso ventre. Quattro ore di battaglia, e i feriti e gli arrestati son di più ogni minuto; ma i locali son sgombrati. Lunedì sette giugno chi compra L'Unità legge: "Violenti scontri all'Università! Cariche e candelotti contro Lotta continua; ancora avventurismo fra le masse si insinua. Pochi provocatori, che forse son pagati, han strumentalizzato il dramma dei baraccati". Quella notte i compagni hanno visto molto chiari quali sono gli alleati, quali sono i traditori; han capito che chi lotta per la vera rivoluzione trova il revisionismo alleato col padrone, trova il revisionismo alleato col padrone. Tutti quanti la dovremo ricordare quella notte, una notte di dolore, una notte d'aspre lotte, una notte di battaglia con la legge del padrone, una notte sulla strada che va alla rivoluzione, una notte sulla strada che va alla rivoluzione!
Informazioni
Milano, maggio/giugno 1971.
I baraccati e i senza casa della metropoli lombarda occupano le case, di proprietà dell'IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) site in via Tibaldi.

Nella notte fra il 2 e il 3 giugno, 4000 agenti in armi sono chiamati a sgomberare le case con la forza. La polizia attacca sparando all'impazzata un numero impressionante di candelotti lacrimogeni, ed è un'aggressione che i testimoni definiscono bestiale.
Un bambino di appena sette mesi, Massimiliano Ferretti, malato di cuore ed affetto da bronchite, viene colpito dai gas lacrimogeni.
Ricoverato alla clinica Mangiagalli cessa di vivere.
Il padre di Massimiliano, ricercato dalla polizia per furto, deve subire l'onta di nascondersi, come se il criminale fosse lui, mentre il potere gli ha ammazzato il figlio.
Lotta Continua, l’Unione Inquilini e il Collettivo Autonomo di Architettura ne fanno un caso nazionale nell’ambito della campagna di lotta per la casa, ed organizzano una manifestazione di solidarietà ai baraccati, a cui parteciparono 30.000 persone.
L’episodio di via Tibaldi segna da un lato un sempre maggiore impegno di alcune organizzazioni dell’estrema sinistra nella lotta per la casa, dall’altro un sempre maggiore disimpegno del Pci, che pure aveva organizzato le lotte per la casa negli anni ‘60. A partire dal ‘71 abbandona le lotte per casa, sia perché particolarmente invise ai ceti medi, sia perché le lotte avvengono anche in città con amministrazioni di sinistra.
(da Canzoni contro la guerra )
Fonte
Vettori Giuseppe, Canzoni italiane di protesta 1794 - 1974, Roma, Newton Compton, 1975
Scheda del canto
Autori testo
Anno
Lingua
Inserito da
ilDeposito

Disclaimer

I diritti del contenuto sono dei rispettivi autori.
Lo staff de ilDeposito.org non condivide necessariamente il contenuto, che viene inserito nell'archivio unicamente per il suo valore storico, artistico o culturale (maggiori informazioni).
Commenti
Per inserire un commento è necessario registrarsi!