Canzone per Ion

Canzone per Ion

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Renato Franchi
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Partito da lontano per partire davvero Sei sceso con la pioggia e il tuo sguardo di cielo Giorni di frontiera dove i sogni vanno piano I treni sono viaggio e i rumori sono tuono Arrivato da lontano nel paese in culo al mondo Un confine sulle spalle e un amore controvento Il tempo scivola piano come una vendetta La fatica in agguato è un dolore che ti aspetta Nella casa di ringhiera si contano le ore E non cade più la neve nella città senza stagione Dove il cielo è più scuro e la notte è più nera Per tutti i cuori stranieri nel freddo della sera Poi vennero i padroni del fumo e della tempesta Fabbricanti di nuvole nere e onde di fuoco per [la festa Con le loro offerte speciali e una paga da soldato La tua bocca da cucire e un lavoro disperato Avevi mani di zucchero per disegnare arcobaleni Ora hai braccia di fango per costruire grattacieli Dove il sole è stanco e non riscalda il cuore La gente vive in fretta nel paese del dolore Viaggiavano i tramonti partivano le parole Per la tua rosa lontana i tuoi fiori di sole Poi primavera arriverà primavera porterà l’amore In questo angolo di rabbia in questa terra [senza viole Poi fu la notte delle stelle che cantavano alla luna Quando l’assassino bruciò i tuoi occhi di sfortuna O forse fu la luna che piangeva con le stelle Mentre morivano i tuoi anni e bruciava la tua pelle Partito da lontano arrivato davvero Ion figlio della pioggia che cercavi un nuovo cielo Giornate di frontiera sogni stretti in una mano Treni sempre in viaggio i rumori sono tuono Partito da lontano arrivato davvero Ion adesso sei con le stelle nel tuo nuovo cielo Giorni di frontiera sogni chiusi in una mano I treni adesso sono fermi i silenzi sono tuono
Informazioni

ION CAZACU, un ingegnere rumeno di 40 anni, emigrato in Italia dove lavorava come muratore. La sera del 14 marzo 2000 viene bruciato dal suo datore di lavoro, un imprenditore edile di Gallarate, durante una discussione nella quale Ion rivendicava i suoi diritti di lavoratore. Ion muore il 16 aprile nell'ospedale di Genova dopo una strenua resistenza alle ustioni, che coprivano tutto il suo corpo. Lascia la moglie Nicoleta e due giovani figlie.

Colonna sonora del cortometraggio Immagini di repertorio. Storia di Mircea Spiridon, di Sebiano Chillemi. Italia, 2007.

(Ierina Dabalà - nina.5 @tin.it)

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